Luigi de Magistris non smette mai di confermare di essere il peggior sindaco della storia partenopea. Da circa 10 anni (praticamente da quando è stato eletto primo cittadino) il Comune di Napoli non ha mai versato il contributo annuo di 89 mila euro all’istituzione che amministra la Cappella ed il Tesoro del Santo Patrono di Napoli. Tanto da spingere la Deputazione del Tesoro di San Gennaro a citare in giudizio l’ente di Palazzo Santa Lucia.
Un debito accumulato negli anni dell’era arancione di ben 737mila euro. «Ci difenderemo nelle sedi competenti» ha affermato questa mattina il sindaco e a chi gli chiedeva se ci fosse questa mancanza del Comune ha risposto: «No, ci stiamo comportando correttamente e poi dobbiamo anche tenere conto che siamo in un’epoca di pandemia e che quindi ci sono le priorità e i comuni in una situazione di dissesto». Ci tocca avvisare però il primo cittadino che la pandemia in Italia è arrivata a marzo 2020. A Napoli anche più tardi. Come mai allora neanche nei nove anni precedenti sono stati versati i soldi dovuti?
Ciò nonostante,però, de Magistris non ha mai fatto mancare la sua presenza all’interno della Cappella e nelle foto di rito durante le processioni o in occasione del cosiddetto ‘miracolo’.
«La Deputazione – ha aggiunto – sicuramente è importante però come dire, c’è un’ordine di importanza che come sempre consente di far pensare che il Comune non solo ha agito nella maniera più corretta possibile ma anche in quella più giusta in un momento così difficile». Evidentemente per il primo cittadino nei 9 anni precedenti erano più importanti i concertini, le fiere della mozzarella, gli amici e i centri sociali che portavano voti.
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