Il governo ha deciso di togliere la discrezionalità dei presidenti di regioni sull’attuazione della didattica a distanza. Uno smacco per i tanti governatori ‘chiusuristi’ della Penisola, tra gli altri anche Vincenzo De Luca che in Campania ha lasciato ben poco spazio al ritorno tra i banchi in questi mesi. E allora da dopo le festività pasquali si ritornerà in classe fino alla prima media in tutta Italia, zone rosse comprese.
«Dal 7 aprile al 30 aprile 2021 – si legge nella bozza portata in Consiglio dei Ministri -, è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. La disposizione di cui al primo periodo non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni, delle Province autonome».
In zona arancione, visto che la zona gialla viene messa al bando in tutta Italia fino al 30 aprile, si andrà a scuola in presenza fino alla terza media, al liceo e alle superiori deve essere garantita una percentuale di lezioni in Aula che varia dal 50 al 75%.
«Nella zona rossa – si legge ancora – le attività didattiche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado nonché le attività didattiche della scuola secondaria di secondo grado si svolgono esclusivamente in modalità a distanza. Nelle zone gialla e arancione le attività scolastiche e didattiche per il secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado si svolgono integralmente in presenza».
«Nelle medesime zone gialla e arancione le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, affinché sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca mentre la restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza».