No svendita ai cinesi ma difesa azienda e occupazione, investimenti e piano industriale. Governo usi il golden power se necessario e predisponga piano nazionale sull’automotive.
E’ quanto è emerso nel corso del web meeting organizzato dal Dipartimento Impresa di Fratelli d’Italia ed al quale hanno partecipato parlamentari, assessori regionali e sindaci, a confronto con le realtà produttive locali, rappresentanti sindacali e di associazioni di Impresa con collegamenti dalle cinque città in cui vi sono i principali stabilimenti dell’azienda: Brescia, Mantova, Torino, Foggia e Bolzano.
«Siamo contrari a che gli stabilimenti di Iveco e FPT siano ceduti ad una azienda cinese come la stessa multinazionale CNH ha annunciato subito dopo la operazione Stellantis – ha spiegato il senatore di FdI e responsabile del Dipartimento Impresa, Adolfo Urso. Il 26 gennaio abbiamo presentato al governo un’interrogazione che, dopo due mesi, non ha ancora avuto risposta».
«Ecco – aggiunge Urso -, mi aspetto che il governo risponda alla nostra interrogazione, anche se il ministro Giorgetti ha ventilato l’uso del golden power. La sede deputata per rispondere è il Parlamento. E mi auguro che sia convocato un tavolo nazionale in cui possa essere predisposto un piano nazionale sulle automotive che veda la partecipazione di forze sindacali e produttive».
Strategia in cui crede anche la senatrice di FdI e coordinatrice regionale del partito in Lombardia, Daniela Santanchè, la quale osserva che «se questa operazione dovesse andare a compimento davvero non si sa cosa resterebbe dei nostri stabilimenti produttivi. E’ quindi necessaria una strategia dello Stato come chiede Fratelli d’Italia per scongiurare un’operazione su cui esprimiamo i nostri più fondati timori».
Ma è sul piano aziendale ed occupazione che si addensano molti timori. Isabella Rauti, vicepresidente vicario dei senatori di FdI ed eletta a Mantova riflette: «Sulla cessione di Iveco alla Cina i timori sono tanti e alti ma non va fatto allarmismo. Su questo la posizione di Fratelli d’Italia è molto chiara: tutelare l’occupazione e la produzione e difendere l’interesse nazionale e un’importante industria nazionale. Chiediamo al governo di tenere alta l’attenzione su questo dossier industriale, su cui Fratelli d’Italia continuerà a far sentire la propria voce perché la difesa dell’italianità delle nostre aziende rappresenta un principio distintivo della politica di FdI».
Ed a sua volta il senatore di FdI, Gianpietro Maffoni, sindaco di Orzinuovi in provincia di Brescia, avverte: «Lo Stato deve fare la propria parte garantendo la salvaguardia dell’impianto, della sua storia, dei lavoratori e di tutto l’indotto collegato. Lo stabilimento Iveco di Brescia è una realtà produttiva molto importante sia per Iveco sia per la città stessa. Un sito produttivo che oggi conta più di 2000 dipendenti e copre un’area totale di 676mila metri quadrati dei quali circa 300mila coperti. Numeri che evidenziano la strategicità per la città ma soprattutto per l’intero territorio alla luce dell’indotto che genera!.
E i sindacati? Molta preoccupazione, come ripete Martino Amodio (Uilm Brescia), «per la trattativa in corso sia per l’esito che questa operazione potrebbe avere su questi impianti, ma soprattutto perché il rischio è quello che i cinesi compiano questa azione per impossessarsi del nostro brand e poi spostare la produzione in Cina. Questo avrebbe risvolti disastrosi sui nostri livelli occupazionali ed è invece importante far restare sul nostro territorio la ricerca e la produzione».
Difesa dei livelli occupazionali che chiede anche Claudio Olivari (Cisl): «Per noi è imprescindibile il mantenimento dei livelli occupazionali e questo tipo di trattativa mette in discussione questo dato, oltre a pregiudicare il significato dell’art. 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa».
Mentre Alessandro Conti (segretario generale FISMIC Brescia) chiede «piani industriali e investimenti forti perché siamo in un contesto di competizione internazionale molto aggressiva. Si tratta di difendere le nostre imprese e la nostra filiera e questo è un problema che deve essere affrontato a livello nazionale soprattutto dallo Stato italiano».
Infine, per Mario Zanelli (segretario nazionale di Aqcf -Associazione nazionale dei Quadri Capi Fiat) «c’è forte preoccupazione per i livelli occupazionali per gli stabilimenti Iveco di Mantova. Per noi questo è il dato di salvaguardia più importante per cui riteniamo che l’utilizzo dello strumento della golden power sia fondamentale per porre determinate condizioni nella trattativa in corso coi cinesi».