Nella maggioranza non c’è l’intesa, il dl Sostegni ancora al palo

di Dario Caselli

Dl Sostegni alle battute finali? Ni, nel senso che un accordo finale ancora non è stato raggiunto e si lavora per risolvere i nodi che tuttora restano sul tavolo. A partire dalla cancellazione delle cartelle esattoriali che la Lega e Forza Italia sostengono con forza e su cui Durigon ha già assicurato che c’è un «volere politico trasversale».

Si è chiusa, quindi, per ora senza un’intesa la riunione di ieri dei ministri rappresentanti delle varie forze di maggioranza con il premier Mario Draghi. Un incontro non più a tarda notte e che presumibilmente oggi sarà replicato prima del vertice dei ministri D’Incá e Franco con i capigruppo. Si punta, è questa la sensazione, a trovare un accordo ampio a solido per evitare che, poi, in Parlamento ci sia la corsa a modificare e ingolfare il provvedimento.

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Non una vera e proprio blindatura del provvedimento ma quanto meno una solida intelaiatura che consenta all’impianto di resistere alle prove di forza degli emendamenti. Insomma, in Parlamento lo spazio dedicato ai singoli partiti sarà abbastanza limitato.

La convinzione generale, comunque, è che venerdì il provvedimento possa arrivare sul tavolo del CdM ed essere approvato, consentendo così anche la prima conferenza stampa a Palazzo Chigi di Draghi da quando è premier. Ed è questo l’obiettivo che il presidente del Consiglio sta cercando di raggiungere a tappe forzate. Draghi dopo tante parole e rassicurazioni vuole mandare ai cittadini, e nello specifico con il dl Sostegni a lavoratori, imprese e famiglie, un messaggio di speranza e un aiuto concreto.

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Certo, Draghi sa benissimo che si tratta di un primo e limitato aiuto visto che i soldi sono pochi rispetto alle richieste. Non a caso ha già annunciato l’ennesimo scostamento di bilancio, ma allo stesso tempo è convinto che a oltre un mese dal suo insediamento sia giunto il tempo di passare ai fatti. Specie dopo aver imposto agli italiani nuove chiusure e con l’incertezza generata dallo stop cautelativo al vaccino AstraZeneca. Ecco perché entro la fine della settimana il decreto Sostegni va varato.

Come detto, però, rimangono alcune questioni da risolvere e una su tutte lo stralcio delle cartelle esattoriali. Ad aver espresso contrarietà sono i sindacati, i quali temono che dietro questa iniziativa si possa nascondere l’ennesimo condono. Lo hanno detto chiaramente i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri: «E’ il momento di combattere l’evasione fiscale anche con le tecnologie digitali e di avviare la riforma fiscale. Non di mascherati condoni fiscali».

Per loro la priorità sono le misure di sostegno e aiuto ai lavoratori, a partire dal blocco dei licenziamenti fino al termine dell’emergenza al rinnovo della Cig. Misure, che a quanto si apprende dovrebbero trovare posto nel decreto.

A spingere verso lo stralcio delle cartelle esattoriali è la Lega, che ha deciso che il provvedimento dovrà aiutare principalmente quelle categorie che finora sono state escluse o quanto meno dimenticate.

Claudio Durigon

E’ il popolo delle Partite Iva, dei professionisti che punta a tutelare i leghisti come spiega Claudio Durigon, sottosegretario al Mef: «Economicamente ci sarà un ristoro superiore ai 4 ristori che fece il Governo Conte, parliamo di 12 miliardi circa di rimborsi e indennizzi per partite iva, professionisti e aziende fino a un fatturato di 10 milioni, quindi un impatto vero per circa 2,8 milioni». E inoltre nel dl ci sarebbe l’ipotesi di uno stralcio delle cartelle esattoriali fino a 2015 su importi fino a 5.000 euro.

Sicurezza che però cozza con la realtà e con un accordo che proprio sullo stralcio ancora non è chiuso. Lo confermano anche le parole di Gian Mario Fragomeli, capogruppo dem in commissione Finanze, e Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, per i quali «l’ipotesi di intervenire sul magazzino fiscale per le cartelle fino a 5mila euro, avanzata anche dal direttore dell’Agenzia delle entrate Ruffini, ci trova d’accordo. Però è opportuno che la strada da seguire, che indichiamo in una nostra proposta, non vada a favorire i soliti ‘furbetti’. Lo si deve anche per rispetto verso tutti quei contribuenti che hanno versato regolarmente nello stesso periodo (stiamo parlando delle cartelle riguardanti il periodo fino al 2015».

D’accordo con lo stralcio anche il M5S il quale però non perde di vista i suoi cavalli di battaglia e le misure, per la verità dal sapore assistenzialista, che finora ha sostenuto: «Con il Decreto Sostegno, che deve essere approvato in fretta, continueremo a garantire al Paese questa rete di protezione. Ci saranno ulteriori risorse per il Reddito di cittadinanza, il prolungamento della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti, in particolare per le imprese più in difficoltà, oltre alla proroga del Reddito di emergenza».

Insomma, al di là dell’opportunità di intervenire e dei desiderata della Lega ci sarebbero delle perplessità sulla modalità dello stralcio, che perciò andranno risolte per arrivare a venerdì con il decreto pronto. Ecco perché la giornata di oggi potrebbe portare a un nuovo vertice a Palazzo Chigi. L’ottimismo comunque rimane il sentimento prevalente, ma per il momento l’accordo non c’è. Così come il dl Sostegni.

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