Esasperati. Una sola parola basta per definire lo stato d’animo di tantissimi autisti di taxi che questa mattina hanno protestato, ancora una volta, sotto Palazzo Santa Lucia a Napoli. Hanno protestato perché a differenza di altre categorie loro non sono stati bloccati da Governo e Regione per la pandemia ma hanno avuto un crollo del fatturato a causa della mobilità praticamente inesistente in questo periodo e dal blocco del turismo.
Esasperati perché non essendo una categoria chiusa per dpcm e ordinanza non hanno ricevuto quasi nessun aiuto. Nessun ristoro. Hanno ricevuto poco o niente a fronte delle spese che hanno dovuto sostenere lo stesso.
Avevano chiesto aiuto al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Ma sono arrivate solo chiacchiere. Regione o Conte bis il risultato non è cambiato e da quel che sembra non cambierà nemmeno col decreto sostegni del Governo Draghi.
Questa mattina tanti tassisti, dicevamo, si sono riuniti sotto la sede della Regione Campania per protestare. Hanno incendiato le licenze (in fotocopia). Hanno urlato la loro disperazione. «Le risposte che stiamo avendo – spiega Alessandro Zingone all’Ansa – non sono quelle che vorremo sentire, noi chiediamo un sussidio da parte della Regione, cosa che fino ad ora sembra non essere stata approvata. I tassisti sono in ginocchio e oggi stiamo manifestando il nostro dissenso incendiando licenze».
«Non lavoriamo più – ha continuato -, non riusciamo neppure a mettere la benzina nelle nostre auto, perché i guadagni sono a zero, davvero. Siamo una categoria da un anno in ginocchio, da inizio pandemia è arrivato poco e niente, i ristori tardano ad arrivare, ora però abbiamo bisogno che le istituzioni ci ascoltino, abbiamo bisogno davvero di un sussidio».