La teoria del piano inclinato. Draghi decide domani, ma la zona rossa nazionale nei week end sembra scontata

di Dario Caselli

La teoria del piano inclinato. Chi come il sottoscritto ha frequentato il liceo classico si è certamente imbattuto in questa teoria scientifica, le cui origini risalgono fino all’età egiziana e i cui contributi più importanti sono legati alla figura di Galileo Galilei. In breve, questa stabilisce che l’accelerazione con cui un corpo percorre il piano inclinato aumenta all’aumentare dell’angolo di inclinazione.

Ecco, la pandemia di Covid-19 assomiglia a un piano inclinato su cui inesorabilmente stiamo scorrendo ed alla fine c’è il lockdown. L’unica variabile è il tempo, o meglio l’accelerazione con cui stiamo percorrendo questo piano, che come detto dipende dall’inclinazione di quest’ultimo che altro non è che i dati del contagio.

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Insomma, per quanti sforzi facciamo il finale sembra già scritto ed è il ritorno, in forme più o meno varie, al lockdown. Tutto dipenderà dall’inclinazione di questo piano, se si riuscirà a diminuirla potremo evitare le misure drastiche. Per il momento il premier Mario Draghi ha deciso di prendere tempo, le classiche 24 ore, prima di decidere ma tutto sembra spingere per una stretta vigorosa delle norme.

Lo chiedono i tecnici del Cts, gli scienziati in generale, e gli stessi virologi che dinanzi alla stagnazione della campagna vaccinale ritengono che non ci sia altra scelta per raffreddare la curva del contagio.

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Per carità nessuno vuole parlare di lockdown, di spegnere il Paese come fece Giuseppe Conte, che come detto rimane alla fine del piano inclinato, ma l’idea che circola sarebbe quella imporre una zona rossa in tutta Italia nei week end. Cioè chiudere tutti i servizi di ristorazione in quei giorni, come accadde a Natale, scoraggiando le persone a uscire di casa se non per servizi essenziali. Senza contare poi l’estensione del blocco della mobilità regionale e un possibile allungamento del coprifuoco (a Bari il sindaco Decaro ha già deciso che i servizi di ristorazione smetteranno anche i servizi di asporto alle 18).

Come detto, però, nulla è ancora deciso anche se il piano è inesorabilmente inclinato verso quel lato. Lo ha fatto capire bene il ministro della Salute, Roberto Speranza, da sempre un rigorista: «I nostri scienziati ci chiedono di assumere misure più rigorose e credo che sia giusto. Dovremo chiaramente valutare con grande attenzione i numeri e provare a costruire misure proporzionali che ci consentano di affrontare le prossime settimane. Abbiamo di fronte a noi settimane non semplici».

E a lui fa eco l’altro ministro Stefano Patuanelli chiarendo che «nel periodo pasquale alcune misure restrittive andranno potenziate come a Natale, con zona rossa in festivi e prefestivi». La parola definitiva sarà però presa domani, quando Draghi ha deciso di convocare il Consiglio dei ministri e dopo che avrà visto gli ultimi dati della pandemia.

L’approccio scelto dal presidente del Consiglio vuole essere tutto tecnico e non politico, come ha ribadito nella riunione di ieri della cabina di regia dove, peraltro, sempre più plasticamente è emersa la divisione all’interno della compagine di governo tra rigoristi e aperturisti, tra cui va annoverato Matteo Salvini. Il leader leghista continua a ripetere che è necessario ricorrere a un metodo, sì scientifico, che porti a selezionare accuratamente i territori da sottoporre a misure più rigide. Quindi, niente decisioni nazionali ma zona per zona.

Un metodo che però non sembra trovare seguaci nel governo, dove invece prevale la preoccupazione per un’epidemia che galoppa trainata dalla forza delle varianti del virus. Così dopo la visita del premier al centro vaccinale di Fiumicino, fissato per domani alle 11, ci sarà il CdM per decidere le nuove misure. E almeno nello strumento dovrebbe esserci una discontinuità con il passato e cioè non più il Dpcm ma un decreto legge nel quale troverebbe spazio l’allungamento del periodo di stop alla mobilità interregionale, parametri più rigidi per passare in zona rossa (l’ingresso automatico in zona rossa delle Regioni che superano i 250 contagi ogni 100mila abitanti) e infine la zona rossa per i week end a livello nazionale.

Parallelamente si procederà sul fronte vaccinale, che continua a rimanere l’unica speranza per contrastare il diffondersi del virus. Il nuovo piano dovrebbe vedere la luce sempre nel week end presentato dal nuovo commissario Figliuolo alla luce dell’aumento previsto delle consegne, oltre 6 milioni di dosi. Oggi, si terrà la riunione della Conferenza Stato-Regioni con la partecipazione del ministro Speranza mentre nel week end, appunto, arriverà il nuovo piano. La novità principale dovrebbe essere quella di procedere non più per categoria ma per fasce di età decrescenti, dando naturalmente priorità alle persone più vulnerabili.

Ma nel frattempo bisognerà intervenire per frenare la fiammate dei contagi e tenere a bada la curva dei contagi. O forse sarebbe meglio dire il piano inclinato, per impedire che inesorabilmente si scivoli verso il lockdown.

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