Covid-19, l’UE firma contratto da 300 milioni di vaccini con Moderna. Dall’Italia pressioni per l’approvazione dello Sputnik V

di Redazione

L’Unione Europea prova a recuperare agli errori del passato e per superare la carenza di vaccini stipula un nuovo maxi contratto con la multinazionale Moderna per la fornitura di altri 300 milioni di dosi.

Il nuovo contratto stipulato prevede la fornitura all’Ue di 150 milioni di dosi aggiuntive nel 2021, più l’opzione di acquistarne altre 150 milioni nel 2022. Per l’eurodeputato della Cdu Peter Liese, responsabile Salute del gruppo Ppe, il nuovo contratto «aiuterà ad offrire vaccinazioni a tutti entro la fine dell’estate, a vaccinare una terza volta, se necessario, e a condividere vaccini con altri Paesi».

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Il primo contratto siglato con Moderna, approvato dalla Commissione il 25 novembre scorso, prevedeva l’acquisto di 80 milioni di dosi nel 2021, più un’opzione per ulteriori 80 milioni.

Nel nostro Paese però Forza Italia e Lega spingono per il vaccino russo Sputnik V e perché il Bel Paese si attrezzi per la produzione. «Ci sono due azioni da mettere in campo: predisporsi per realizzare, acquistando i brevetti e gli strumenti, il vaccino anche in Italia» afferma Silvio Berlusconi in collegamento con i neo sottosegretari di Fi.

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«L’altra azione – spiega Berlusconi – riguarda l’approvazione del vaccino russo, chiamato Sputnik, che, secondo gli esperti, funziona benissimo, ma è in attesa dell’approvazione da parte delle autorità europee. Quando arriveranno, quando finalmente ci sarà anche quello di Johnson and Johnson, dovranno essere distribuiti rapidamente».

«Recuperiamo i ritardi e gli errori degli ultimi mesi – afferma il leader del Carroccio Matteo Salvini -, accettando la collaborazione di San Marino per ottenere dosi di vaccino (anche dalla Russia) per mettere in sicurezza un’intera zona d’Italia, migliaia di persone che lavorano nella Repubblica o ci vivono vicino. Sarebbe un bellissimo segnale».

«Entro 48 ore gli Stati Uniti avranno 4 milioni di dosi del vaccino di Johnson&Johnson – rileva il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli -, che sta per sdoganare anche la Gran Bretagna, molti altri Stati stanno efficacemente utilizzando Sputnik, mentre noi europei, in un momento tragico, stiamo attendendo una decisione dell’Ema su Johnson&Johnson che dovrebbe arrivare intorno a metà marzo, dopo che a gennaio abbiamo atteso settimane rispetto agli inglesi e agli americani per avere gli ok per i vaccini Moderna e Astra Zeneca».

«Non è pensabile – conclude – che anche di fronte ai risultati tangibili in termini di calo di decessi e contagi ottenuti da chi ha uno stato avanzato di vaccinazioni come Gran Bretagna e Israele, dover attendere ancora per il via libera dell’Ema».

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