E’ polemica a Napoli per il murale in piazza Parrocchiella dedicato a Ugo Russo, 15enne morto durante un tentativo di rapina a un carabiniere. Un murale che fin dalla sua realizzazione ha creato divisioni tra chi lo ha realizzato per chiedere «verità e giustizia» e chi lo critica fortemente.
Un dipinto però che per il Comune di Napoli deve essere cancellato. Palazzo San Giacomo ha inviato una diffida ai proprietari del palazzo per chiederne la rimozione ma è scoppiata la protesta. Oltre mille cittadini, tra cui Maurizio De Giovanni, Ascanio Celestini, l’ex magistrato Nicola Quatrano e il presidente del Consiglio Comunale di Napoli Alessandro Fucito, ma anche avvocati e intellettuali, hanno firmato una petizione per lasciarlo al suo posto.
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A loro però un centanio di cittadini hanno risposto con una seconda petizione. «Sorprende non poco – scrivono – e sconcerta leggere di uomini di cultura, ma prima ancora cittadini, che intervengono contro le disposizioni delle autorità a tutela di un murale prodotto a ricordo di un baby rapinatore tristemente vittima del suo stesso atto criminoso». Tra loro anche Stefania Brancaccio, Cesare de Seta, Massimo Capaccioli, Gerardo Mazziotti, Marzio Grimaldi e molti altri ancora.
Tra i firmatari anche l’onorevole Luciano Schifone, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. «È assurdo – afferma in una nota Schifone – che a Napoli, con la gravissima situazione di illegalità e di delinquenza, organizzata e non, che affligge la città da decenni, con decine di vittime innocenti e centinaia di napoletani quotidianamente oppressi da soprusi ed angherie della delinquenza, ci siano cittadini che firmano appelli per difendere un murale che ricorda ed esalta la figura di un rapinatore».
«Ancora più grave – sottolinea – che fra i firmatari vi siano, oltre ad attivisti di sinistra, politici e personalità che fanno opinione per il ruolo che rivestono come professionisti o come intellettuali e noti scrittori».
«Le elucubrazioni e le acrobazie cervellotiche che hanno esposto, per giustificare quell’appello, non riescono a confondere o distorcere la realtà che tutti conoscono: quel murale non solo è illegale, è anche una chiara provocazione camorristica contro le forze dell’ordine! Dunque l’appello fa emergere alla luce del sole quel represso senso di odio di classe e quella recondita cultura dell’Antistato che unisce e salda la camorra con i centri sociali e la cultura radical chic di origine sessantottina!»
«Cosicché sabato mattina, quando i vigili urbani rimuoveranno quel murale, costoro saranno in piazza accanto alla camorra , ma i cittadini che vogliono ordine e legalità anche a Napoli saranno dalla parte dello Stato e delle forze dell’ordine!», conclude Schifone.