L’emergenza Coronavirus in Italia continua a mietere vittime ed è indubbio che serva attenzione ma la strategia del terrore – di chi pensa che la pandemia possa essere risolta solo spaventando la gente – continua e uno dei suoi massimi esponenti, Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano viene clamorosamente smentito dal suo stesso nosocomio.
«Siamo d’accordo che vorremmo tutti riaprire, ma io mi ritrovo di nuovo un reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta l’Italia e questo fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri» aveva affermato Galli.
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«Tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all’interno del Presidio» afferma in una nota l’ASST Fatebenefratelli Sacco che commenta «alcune notizie apparse sulla stampa riguardanti ‘reparti pieni di varianti’ riferite al reparto di degenza di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco».
«Attualmente – precisa la nota dell’ospedale – le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall’ISS o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale».
La direzione del nosocomio aggunge anche che finora «presso il Laboratorio di questa ASST è stata identificata esclusivamente la variante UK (cosiddetta “variante inglese”) e che, al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana».
In particolare, per quanto riguarda i 314 pazienti Covid positivi ricoverati presso l’Ospedale Sacco dal 31 dicembre al 4 febbraio, i dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante inglese su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento.
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