«Il nuovo governo dovrà subito affrontare scelte importanti per garantire il futuro del sito di Piombino e in generale della siderurgia italiana elemento importante della industria italiana». È quanto sostiene il senatore Adolfo Urso, responsabile del Dipartimento Impresa di Fratelli d’Italia.
In una interrogazione urgente al governo il senatore chiede spiegazioni sul «piano industriale presentato a fine gennaio dal gruppo indiano Jundall, che sembra del tutto privo dei requisiti richiesti per garantire la continuità aziendale e la riconversione del sito» e sollecita il nascente governo a «convocare subito il tavolo ministeriale che avrebbe dovuto dare già una valutazione sulla congruità e sostenibilità del piano per la realizzazione del forno elettrico, al fine di garantire produzione e occupazione con nuovi prodotti in linea con le richieste del mercato, come quelli previsti nella commessa di Ferrovie dello Stato».
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«Piombino rappresenta – continua Urso -, insieme a Taranto e Terni, un asset strategico del Paese, su cui si è costruita la competitività del sistema industriale italiano in settori di straordinaria importanza per la produzione e l’occupazione del Paese, cuore pulsante dell’intera manifattura, dalla meccanica all’auto, dagli elettrodomestici all’edilizia, dalla difesa alle ferrovie, con un fatturato totale delle imprese della sola parte alta della filiera siderurgica, utilizzatori esclusi, che si aggira tra i 60 e i 70 miliardi di euro nel periodo prepandemico».
«Proprio a fronte dell’eccezionale rilevanza economica del comparto è fondamentale un cambio di passo da parte dello Stato, chiamato a decidere il destino della nostra siderurgia ed è ormai irrimandabile l’adozione di un “Piano siderurgico nazionale” che, anche grazie alle risorse del Recovery Fund, coinvolgendo Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti, potrà disegnare uno scenario adeguato ad affrontare le nuove sfide economiche e produttive che attendono il nostro Paese».
«Peraltro, conclude il senatore Urso, credo proprio che il nuovo ministero della transizione ecologica, non possa che partire proprio dalla siderurgia italiana per disegnare un progetto di riconversione ecosostenibile».
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