Oggi che Donald Trump sembra essere uscito definitivamente di scena, l’onusiana OMS, Organizzazione mondiale della sanità, rialza il capo e si scopre sempre più compiacente con l’impero di Mezzo.
Alla luce dello sviluppo degli avvenimenti pandemici, Trump non sembra aver avuto torto quando, accusando l’OMS di aver gestito male e, peggio, di aver coperto la diffusione del coronavirus, si era detto convinto che l’Oms fosse «un burattino nelle mani della Cina» ed aveva deciso tagliare i finanziamenti americani preferendo piuttosto destinare oltre quindici miliardi di dollari alla ricerca, allo sviluppo ed all’acquisto di vaccini, che oggi si rivelano indispensabili per combattere il virus .
Per la cronaca gli USA sono il principale finanziatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con oltre 400 milioni di dollari all’anno su un budget annuale di (circa) 4,8 miliardi: un contributo 10 volte superiore a quello della Cina.
Partita alla fine di dicembre, dopo una quarantena di 14 giorni una task force dell’OMS si trovava in Cina per scoprire la reale origine del virus sars-covid2, uno dei maggiori obiettivi del mondo scientifico di questo 2021.
Dopo la ricusazione di molti esperti incaricati di fare parte della missione, dopo mille cavilli diplomatici e dopo aver analizzato persino le consumazioni nei bar degli hotel cinesi durante la quarantena degli esperti arrivati in Cina, le autorità cinesi hanno dichiarato che la visita si doveva iscrivere nell’ambito degli scambi scientifici della ricerca mondiale e non costituiva assolutamente una vera inchiesta.
Oggi, grazie alla proverbiale trasparenza dei paesi comunisti, la missione OMS ha potuto comunicare i risultati ottenuti. Gli esperti dell’ONU hanno potuto visitare tutti i luoghi sospettati del contagio, tra i quali il mercato degli animali dove erano stati segnalati i primi casi cvd e lo stesso istituto di virologia di Wuhan che gli americani avevano accusato di aver provocato la fuga del virus.
Dopo tanto ricercare, alla fine i dati indicherebbero che molto probabilmente il coronavirus è stato trasmesso all’essere umano per la prima volta da animali, anche se ancora non sappiamo da quale famiglia o specie, mentre è stata dichiarata «estremamente improbabile» l’ipotesi complottistica di una fuga dal laboratorio.
17 esperti dell’Oms provenienti da 10 paesi hanno lavorato per 4 settimane nella città di Wuhan, analizzando dati e prove e svolgendo indagini molto approfondite.
In particolare hanno visitato gli ospedali, i laboratori e i mercati, inclusi il mercato di Huanan (Huanan Seafood Market), da cui si è ipotizzato fosse partito il contagio, l’Istituto di virologia e il Wuhan Center for Disease Control laboratory.
Tutti i dati portano a concludere che l’origine del virus è animale, come ha spiegato in una conferenza stampa a Wuhan il capo della missione dell’Oms, Peter Ben Embarek. La missione è stata sostenuta da una delegazione cinese, composta da 17 scienziati (lo stesso numero degli esperti selezionati dall’Oms), coordinati da Lian Wannian.
Questa missione scientifica in Cina, che si sottolinea ancora non deve essere considerata un’inchiesta, sarà prodromica ad altre missioni che serviranno, secondo i media progressisti americani, a permettere agli esperti occidentali di stabilire sempre più stretti legami di fiducia con i loro interlocutori cinesi e persino con i dirigenti del partito comunista di Wuhan.
Come da copione il presidente OMS, comunicando i risultati ha, per prima cosa, salutato l’elezione del nuovo presidente Usa che, in risposta ha deciso di emanare un decreto per vietare l’utilizzo da parte dell’amministrazione statale di termini come “virus cinese” o “virus di Wuhan”, già utilizzati da Trump. Evviva, il mondo ormai è governato da gente perbene