«Sono tre i passaggi fondamentali per delineare un futuro di collaborazione per la categoria dei commercialisti, sintetizzati negli emendamenti presentati dal Cndcec attraverso il Decreto Milleproroghe, e sostenuti dalla stragrande maggioranza dei Consigli degli Ordini. L’ampio appoggio e partecipazione manifestati dagli Ordini territoriali evidenziano la volontà di unità e di coesione per superare la situazione d’impasse». Lo afferma Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.
«Nonostante questo, negli ultimi giorni, non senza rammarico, abbiamo assistito, in particolare, alla presa di posizione dell’Ungdcec nei confronti delle specializzazioni, anche se apparentemente sostenute. È da stigmatizzare, infatti, ed è disfunzionale allo sviluppo della nostra categoria, sostenere una iniziativa e, contestualmente, vantarsi di averlo fatto con la ‘molletta al naso’: un’immagine manichea e incoerente. Mai come in questo momento storico – aggiunge – i commercialisti necessitano di unità e coesione e di un utilizzo dei toni, anche nella critica, sobri e coerenti».
«Ben vengano le proposte ed anche le critiche delle sigle sindacali, a condizione che si manifestino in un contesto di dialogo e di rispetto dei ruoli istituzionali».
«In democrazia ci si confronta ma alla fine la minoranza deve rispettare l’opinione della maggioranza. Diversamente, le polemiche interne e, ancora di più, le azioni divisive appaiono sicuramente funzionali all’autocompiacimento, ma all’esterno aprono la via a strumentalizzazioni e pretesti, come ha già avuto modo di chiarire il nostro presidente nazionale Miani in una sua recente dichiarazione».
«La legittimazione delle specializzazioni può rappresentare un’opportunità per la nostra professione – sottolinea Moretta – sempre più compressa tra la concorrenza di altri consulenti – ordinistici e non – ed i tentativi di moltiplicazione degli albi per allargare la presenza a terzi. Per il mercato, invece, le specializzazioni rappresenteranno una informativa qualificata, trasparente e oggettiva, per aiutare l’acquirente dei servizi professionali ad orientarsi proficuamente nella scelta del professionista più adatto».
«Sul fronte della quote di genere, a quasi 10 anni dalla Legge Golfo-Mosca, è opportuno riconoscere normativamente, anche nel nostro Ordinamento professionale, l’apporto delle Colleghe alla guida della categoria, nello spirito del pluralismo, del dialogo democratico e della collaborazione che contraddistingue i commercialisti. Ben venga quindi l’emendamento al 139, che punta a codificare una presenza femminile nella governance dei commercialisti, sia territoriale che nazionale».
«Infine il primo emendamento al Milleproroghe che mira a definire la posizione degli attuali Consigli degli Ordini in regime di prorogatio, attraverso una legittimazione normativa che è fondamentale anche in vista delle elezioni del Cndcec. Su questo aspetto sono in corso delle serrate interlocuzioni tra il Ministero della Giustizia e il Consiglio Nazionale per definire se le elezioni si terranno ad aprile o in altra data».
«Siamo in attesa delle decisioni del Ministero a cui ci rimetteremo, senza ‘se’ e senza ‘ma’, mettendo da parte ogni personale ambizione, in vista della coesione necessaria per lo sviluppo della nostra categoria professionale. Quando la parola tornerà alla base degli iscritti e ai Consigli degli Ordini, attraverso il voto, noi saremo pronti».
«Da mesi il gruppo di lavoro che mi sostiene – osserva il numero uno dei commercialisti partenopei – ha intrapreso un’attività di dialogo ed ascolto dei territori iniziando a delineare le linee programmatiche del prossimo mandato. Inoltre ci stiamo preparando ad accogliere tutti i candidati più rappresentativi, espressione dei loro territori e con questi definire il medesimo programma».
«Se il Ministero deciderà per il 13 febbraio, noi saremo pronti a presentare la lista per condividere il processo di sviluppo della nostra categoria professionale, con idee e programmi convergenti e, soprattutto, espressione costruttiva di un processo di coinvolgimento e di indicazione dei territori, attivato da tempo e gestito nello spirito del dialogo e del confronto. Per il momento non ci resta che lasciar lavorare la diplomazia quotidiana che rappresenta la nostra comunità professionale con fiducia!» conclude Moretta