Torre Annunziata, Striano (FdI): «Esperienza di Ascione finita, si dimetta. Il porto al centro del rilancio»

di Mauro Della Corte

Nei giorni scorsi militari della Guardia di Finanza sono tornati negli uffici comunali di Torre Annunziata per acquisire nuovi atti nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto il capo dell’ufficio tecnico comunale Nunzio Ariano. Una situazione che al momento sembra ancora in divenire e molti cittadini torresi sono convinti che prossimamente ci saranno nuovi sviluppi.

«Un po’ per la dinamica dell’arresto, per il fatto che ci sia una ‘gola profonda’ nel comune di Torre Annunziata che ha segnalato, ma anche dall’evoluzione che c’è stata e da tante altre piccole cose si comprende che la situazione sia più ampia di quello che si possa pensare». Lo afferma in un’intervista a ilSud24 il commissario cittadino di Fratelli d’Italia Pasquale Striano.

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«Nunzio Ariano da solo – afferma l’esponente di FdI– non avrebbe potuto pilotare una delibera o l’aspetto politico della faccenda. Ritengo possa essere coinvolto qualcun altro. La situazione non è ferma, voci di corridoio fanno pensare che le indagini sono ancora in corso e il fatto che il gip lo abbia tenuto in carcere, nonostante abbia confessato, la dice lunga sul fatto che le indagini non sono ancora in chiusura ma in apertura».

Durante la sua ‘visita’ la Finanza ha acquisito i documenti relativi al parcheggio di via Zampa, la sensazione è che si sia tornati indietro nel tempo, agli anni ’90.

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«La mia sensazione, la mia valutazione generale – venuta anche dopo aver ascoltato i commenti per strada – è che non si tratti di un episodio isolato e credo che le indagini siano indirizzate a verificare non solo questo episodio ma anche altre situazioni. Sui giornali, per esempio, è uscita anche la questione del parcheggio qualche giorno fa. Ricordiamoci che la ditta coinvolta nell’indagine a carico di Ariano è una ditta che ritorna a Torre Annunziata, non è la sua prima esperienza col Comune oplontino ma ha già lavorato qui. Non sindaco quelli che sono stati i precedenti appalti, però erano persone con cui probabilmente c’era un rapporto di conoscenza datato e non certo nuovo».

Fratelli d’Italia per prima ha chiesto le dimissioni del sindaco, richiesta arrivata anche da Pierpaolo Telese e i fratelli Alfieri, insieme ad altri consiglieri comunali, con un manifesto. Sulla questione è intervenuto anche il Pd.

«Sì, c’è stato un manifesto del Pd che – a mio parere – cerca di dire ai cittadini: “noi rimaniamo neutrali, in maggioranza, in una situazione che deve essere accertata e che se ci sono responsabilità devono essere condannate”. Ma non si fa riferimento alla sola responsabilità giudiziaria. anche a quella politica. E’ normale che gli equilibri all’interno della maggioranza, di cui il Pd fa parte, vanno rispettati. Altrimenti si andrebbe a pregiudicare non solo l’attuale sindaco ma anche il futuro candidato a primo cittadino».

Voi avete chiesto le dimissioni del sindaco Vincenzo Ascione, lui ha azzerato la giunta. Ma non sembra essere una decisione risolutiva.

«A distanza di poche ore dall’accaduto sono usciti due comunicati stampa, uno del sindaco e uno del suo vice. Mi sono sembrati una sorta di excusatio non petita. In particolare Luigi Ammendola ha detto che si sente politicamente responsabile. La conseguenza è stato un fuggi fuggi, un repulisti interno, stimolato da qualcuno, o spontaneo dei soggetti che poi hanno dato le dimissioni. Domando: questo rimpasto a cosa dovrebbe servire? A mostrare ai cittadini che bisogna aver fiducia in un sindaco e in un’Amministrazione che a oggi non ha fatto alcunché per la città?»

«Noi ci troviamo in una situazione assurda – aggiunge -, ci troviamo in una città che è al collasso e il Covid-19 ci ha messo il resto. Non ho visto quest’amministrazione attiva nel fare qualcosa, anzi, il contrario e ci sarebbe da fare tantissimo. Ma forse ci sono degli equilibri interni che purtroppo non possono essere disturbati e sta di fatto che il sindaco Ascione è rimasto fermo a quando è stato eletto».

Ascione il 22 dicembre aveva provveduto a un rimpasto di giunta, il 30 dicembre, in seguito all’arresto di Ariano  poi ha proceduto all’azzeramento. Ad oggi, però,a 15 giorni di distanza, ancora non c’è una giunta. Tutto questo non danneggia la città? Anche dal punto di vista morale.

«Non solo la danneggia ma ora è difficile anche trovare persone che ti seguano in una situazione che è in evoluzione e che dal punto di vista politico rappresenta uno tsunami».

Se dovesse stabilire delle priorità per risollevare la città, quali sarebbero?

«Innanzitutto bisognerebbe puntare sulle risorse umane. In questa città c’è bisogno di maggiore attenzione, anche per quanto riguarda il sistema legalità fin dalla cosa più stupida. Se si circola per strada la sera ci si rende conto di quanto le persone siano indisciplinate. E’ una sciocchezza, ma è la base di quello che poi è l’atteggiamento che si ha a Torre Annunziata nei confronti delle istituzioni: mancanza di rispetto. Non che l’istituzione debba imporre, ma deve essere vicino al cittadino e fargli comprendere che ci sono delle regole che vanno rispettate. Ma perché il cittadino capisca noi ci dobbiamo mettere anche nella condizione di fare».

«Mancano le infrastrutture – sottolinea Striano – e ogni forma d’intervento. Abbiamo un porto commerciale che ha delle grandi potenzialità. Potenzialità che sono sbloccate solo a vantaggio di determinati soggetti. Di fatto avremmo la possibilità di rivalutarlo sia dal punto di vista commerciale che da un punto di vista turistico. C’era la possibilità di avere dei finanziamenti europei ma sono andati persi. C’era la cantieristica che pure è andata persa. Torre Annunziata ha vissuto sul mare. Ci sono persone che d’estate vengono ad attraccare le barche ma non ci sono strutture ricettive, non ci sono parcheggi, esercizi commerciali che possano intercettare le esigenze del diportista. Manca il controllo, il porto è abbandonato a se stesso».

«Fino a qualche anno fa arrivavano le navi da crociera – e dovevamo sperare che non si incagliassero per il problema del mancato dragaggio –, poi arrivavano i bus e portavano i turisti a Pompei, sul Vesuvio e ad altre destinazioni. All’esterno del porto commerciale si potrebbero realizzare baretti, ristoranti e attività che darebbero lavoro e creerebbero economia. Ma per tutto questo ci dovrebbe essere maggior controllo in una città che sicuramente non è facile. Purtroppo, La mancanza di controllo pregiudica tutto».

«Vuoi rispetto? Devi fornire ai cittadini qualcosa. Mi rendo conto che ci vogliono risorse economiche che oggi non ci sono – che in passato forse c’erano e non sono state utilizzate perché politicamente non c’è stato accordo – e ci vogliono persone per bene. Non personaggi che vanno lì perché non hanno altro da fare o per creare clienteralismo» conclude Striano.

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