Whirlpool Napoli, l’azienda snobba il Mise. Cassa integrazione fino a marzo poi scatteranno i licenziamenti

di Mauro Della Corte

Continua l’atteggiamento di disprezzo della multinazionale Whirlpool verso il governo italiano e i lavoratori dello stabilimento di Napoli. Questa mattina era convocato l’ennesimo tavolo al Mise per discutere del futuro dell’azienda dopo lo stop alla produzione del 31 ottobre scorso. l management azendale  in un primo momento aveva deciso di non partecipare all’incontro e solo in un secondo momento ha deciso di mandare una delegazione senza vertici.

Durante l’incontro Whirlpool ha comunicato con una lettera di aver effettuato i pagamenti per il mese di dicembre ai lavoratori del sito partenopeo e ha spiegato, inoltre, che chiederà la cassa integrazione per i mesi di gennaio, febbraio e marzo. Fino a quando scadrà il blocco dei licenziamenti.

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«Non siamo disponibili a discutere di piani alternativi in cui non siano previste la tutela del perimetro occupazionale e la produttività del sito campano» ha affermato la sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde.

Continua dunque l’emergenza lavoro a Napoli e provincia come in tutta la Campania. A Castellammare di Stabia la tensione è alta per la decisione della Meridbulloni di dislocare la produzione in Piemonte e procedere con il trasferimento dei dipendenti nello stabilimento di Torino: chi non accetterà di andare al Nord sarà obbligato a trovare una nuova occupazione

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Nei giorni scorsi i lavoratori di Whirlpool Napoli e Meridbulloni hanno suggellato un patto di amicizia e solidarietà. I lavoratori dello stabilimento di via Argine si sono recati in visita più volte presso lo stabilimento stabiese per incitare i dipendenti della Meb a continuare la loro lotta a difesa del lavoro.

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