La vitamina C negli agrumi: tra storia e caratteristiche
Appartenenti alla famiglia delle Rutaceae e al genere Citrus, sembra che il limone sia il primo agrume conosciuto e coltivato fin dal VII sec.
a.C. nell’attuale Iran e poi arrivato in Grecia a opera di Alessandro il Grande. Furono gli Ebrei a usare per primi i frutti di quest’agrume e a contribuire alla sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fino ad alcune regioni del Sud Italia, tra cui Calabria e Sicilia, nel I secolo d.C., mente il mandarino arriva in Sicilia come albero ornamentale più tardi.Un proverbio dice che l’arancia è oro al mattino, argento a pranzo e piombo alla sera. Infatti viene sconsigliato di mangiarla di sera soprattutto per chi soffre di reflusso gastroesofageo o di esofagite, in quanto il contenuto di acido ascorbico dell’arancia potrebbe più facilmente risalire quando si va a letto e si sta in posizione supina.
E’ una vitamina idrosolubile, si scioglie in acqua, è molto sensibile alla luce, al calore, all’aria. Poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarla, dobbiamo assumerla dagli alimenti (frutta e verdura fresca di stagione).
Gli agrumi: benefici e proprietà nutrizionali
Già l’uso della vitamina C ad alte dosi fu sperimentato in campo medico e con grande successo da Klenner e Pauling, due medici americani, con azione protettiva in fase di contagio e poi per curare anche diverse malattie, tra cui la poliomelite, molto diffusa negli anni ’90, e altre patologie soprattutto da infezioni e da intossicazioni.
Noi nutrizionisti consigliamo di mangiare gli agrumi quasi a tutti, dai bambini agli anziani, dagli sportivi ai fumatori, nei soggetti con patologie da carenza, con patologie del tratto gastroenterico, di malassorbimento, nei processi di infiammazione, nei casi di vaginite, tranne per chi soffre di bruciore di stomaco o di gastrite per il contenuto di acido citrico e soprattutto in questa stagione invernale che madre natura generosamente ci offre fino a marzo.
Quindi arance bianche o rosse (quest’ultime più ricche di antociani, antiossidanti, protettive sul DNA, le membrane cellulari), mandaranci, limoni, cedri, pompelmo, più mandarini (per il loro autentico sapore, l’intenso profumo, la consistenza fresca e turgida al tatto, la loro longevità, meno zuccherine per i diabetici) che clementine (un ibrido con i semi e più dolce per i diabetici), perché contengono la vitamina C, una risorsa nutrizionale molto importante, indispensabile e dalle tantissime funzioni.
E’ antivirale, antibatterico, protettivo contro tossine, antiossidante contro i radicali liberi per la sintesi del collagene dando elasticità alla pelle, rende il ferro presente nelle carni più assorbibile dal nostro intestino, combatte e cura i malanni influenzali, i raffreddori, previene le malattie degenerative gravi come il tumore, è contro le gengiviti,l’asma, le artriti, rafforza il sistema immunitario.
Anche la buccia degli agrumi contiene antiossidanti e olii essenziali che fanno bene al tratto respiratorio, al fegato. Meglio scegliere quelle non trattate con cere, pesticidi, chimica.
Gli agrumi: quanto e quando cosumarli
Il mio consiglio è preferire quelle di giardino, sorrentine, della Costiera Amalfitana o tarocche siciliane, naturali, colte direttamente dagli alberi, non trattate, senza pesticidi, anticrittogamici, dai profumi e sapori unici, inconfondibili.
In linee generali, consigliamo una, due arance o tre – quattro mandarini al giorno, (dipende anche dalla tolleranza individuale ), a chilometro zero, intere (meglio per le fibre solubile e insolubile che abbassano l’indice glicemico per i diabetici) o come spremute, a colazione, come spuntini o a fine pasti principali.
Ad esempio per rendere meglio assimilabile il ferro, soprattutto per gli anemici, consigliamo di mangiarli dopo la carne, i legumi o spremere il limone sulle carni, insalate, verdure. Un eccesso di vitamina C non può farci male perché viene eliminata con le urine, ma una sua carenza, invece, provoca una malattia della pelle, lo scorbuto, (da qui il nome di acido ascorbico o vitamina C) con screpolature, tagli, secchezza, durezza, diffusasi soprattutto tra i marinai che, durante i lunghi viaggi in mare, non avevano accesso alla frutta fresca.
E’ meglio nutrirsi di vitamina C direttamente dagli agrumi o sostituirla con gli integratori alimentari?
In persone sane o sportivi, noi nutrizionisti consigliamo di nutrirsi assumendo la vitamina C direttamente dagli agrumi che non dagli integratori alimentari perché, secondo innumerevoli studi scientifici, si è visto ad esempio che nell’arancia, oltre alla vitamina C, ci sono tanti altri polifenoli che insieme danno un beneficio potenziato al nostro organismo che con un singolo nutriente (l’integratore) non ci sarebbe.
Gli agrumi in cucina
Degli agrumi non si butta nulla: dalla polpa del frutto alla buccia, usata per fare dolci, marmellate, condire o irrorare insalate, pietanze di pesce, di carne, primi piatti, per ricavarne i succhi, con spremute, estratti, meglio dei centrifugati che, lavorando a basse temperature, preservano i polifenoli, gli antiossidanti. Usati anche come bevande dissetanti come le profumate aranciate, che consigliamo di berle al momento per non perdere le qualità organolettiche, o i piacevoli liquori, come il celebre Limoncello di Sorrento o di Amalfi.
Ricetta con gli agrumi: una spremuta o un estratto con polpa (per le fibre) di tre arance di giardino, sorrentine o della costiera Amalfitana o tarocche siciliane
dott.ssa Felicia Di Paola
Biologa e Nutrizionista
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Scuola di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
© Riproduzione riservata
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