Anacapri, il vicesindaco Cerrotta: «Si riprenda la scuola, sull’isola non ci sono rischi»

di Mauro Della Corte

Non tutti i territori presenti all’interno di una stessa regione sono uguali e prima di prendere provvedimenti generalizzati bisognerebbe analizzare anche le diverse esigenze, evitando così di danneggiare ancora di più cittadini messi a dura prova dall’emergenza Covid-19.

E’ quanto emerge dall’intervista che ci ha concesso il vicesindaco di Anacapri, Francesco Cerrotta che nella giornata di sabato ha disposto, in concomitanza al sindaco di Capri Marino Lembo, la permanenza in zona gialla della propria comunità. «La nostra non è stata una decisione contro nessuno» ha tenuto a precisare Cerrotta. «Noi abbiamo fatto una nostra ordinanza dopo aver fatto una valutazione per il nostro territorio. E la nostra valutazione è stata che i provvedimenti dovrebbero essere territoriali perché ogni città ha le sue peculiarità».

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«Sulla nostra area – spiega – non c’è problema di pandemia, ad Anacapri ci sono quattro positivi asintomatici. Tutti i nostri concittadini, già da marzo, si comportano in modo eccellente, tutti distanziati con mascherina e i ristoratori registrano tutto e rispettano in pieno le normative vigenti in materia per cui riteniamo che non sia giusto che  un territorio del genere non sia in zona gialla come deciso dal ministro Speranza».

«Nella regione, dove ci sono 6 milioni di abitanti, ci sono comunità totalmente diverse tra di loro, ognuna ha le proprie peculiarità e quindi ritengo che i provvedimenti generalizzati non sono appropriati. La gente si potrebbe anche innervosire rispetto a un’Amministrazione che non tuteli gli sforzi e i sacrifici fatti. Ci sono negozianti che hanno molto sofferto. E quando poi c’è l’opportunità di essere aperti invece c’è un altro organismo, un altro ente che ti chiude. Penso che non sia nelle aspettative dei cittadini.

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Una decisione che non ha creato problemi. «I vigili e le forze dell’ordine stanno attuando i controlli, anche io personalmente mi sono fatto una passeggiata e i miei concittadini si stanno comportando in maniera perfetta».

Il decreto di Conte però ha anche bloccato lo spostamento tra comuni. «Noi abbiamo, tra Capri e Anacapri, un territorio che è di tre chilometri e mezzo. Loro permettono, tra comuni inferiori ai 5mila abitanti, di fare fino a 30 chilometri mentre noi abbiamo una popolazione che si è sviluppata in ambedue i comuni dove c’è magari il nonno a Capri, il nipote ad Anacapri. Confidiamo nel buon senso dei controlli e fino a ora è successo proprio nulla.

Come hanno preso l’ordinanza i cittadini? «Ci hanno appoggiato, ci sono vicini. Hanno apprezzato questo “coraggio”, come dicono loro, ma coraggio non è, è un semplice atto amministrativo che focalizza la situazione territoriale del momento. Un atto però che non significa liberi tutti, assolutamente no, è proprio il contrario. Significa che per mantenere questo stato di cose bisogna fare molti più sacrifici. Stare a casa è molto semplice, invece stare per strada e rispettare le norme è molto più difficile».

La pandemia da Coronavirus nel mondo però continuerà ancora per un po’ e per un territorio come quello dell’isola che viveva con il turismo è comunque un colpo difficile. Per le categorie in difficoltà «noi abbiamo già fatto qualcosina che potevamo fare nell’ambito delle nostre possibilità economiche ma il bilancio di Anacapri in questo momento è molto scarno, la maggior entrata era proprio quella della tassa di sbarco e quest’anno non c’è stata. Ci tengo però a dire che contrariamente a quello che si pensa il Governo ha iniziato un ottimo lavoro per ristorare i comuni e bilanciare le perdite».

A gennaio dovrebbe ricominciare la scuola in presenza in tutta Italia. Questo è quanto dichiarato dal Governo e dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il Comune di Anacapri ha inviato una nota al governatore De Luca. La scuola, spiega, «è l’ambiente più sicuro che ci possa stare, rispettano dei protocolli incredibili. Da noi per raggiungere le aule i ragazzi o vanno a piedi o con bus dedicati. Per cui non abbiamo neanche il problema della mobilità. E invece ancora oggi i nostri ragazzi non possono andare a scuola in presenza».

«A Milano – sottolinea Cerrotta – in piena zona rossa si andava a scuola in presenza fino alla prima elementare, da noi no, neanche in zona gialla. Anche gli asili nidi erano chiusi ma come è possibile. Noi vogliamo quello che già esiste in tutta Italia. Non vogliamo restrizioni in un territorio dove, oltre al fatto che sicuramente si rispettano le regole, non c’è il problema. Nelle città affollate il problema sono le metropolitane e i mezzi di trasporto. Ad Anacapri  non esiste. Tutto questo è un danno ai ragazzi, alle famiglie ed alla comunità. Chiediamo che sia semplicemente applicato quello che il governo ha stabilito. Vorremmo solamente questo, essere trattati come il resto dell’Italia».

«Perché oggi ci sono misure più restrittive in Campania, perché mancano i posti letto? Siamo indisciplinati? Vorremmo che ci spiegassero perché. Siamo disciplinati, problematiche relative alle misure anti-covid non ci sono e vorremmo semplicemente capire perché i nostri ragazzi non possono andare a scuola» chiosa Cerrotta.

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