Da un lato l’emergenza Covid con il dramma dei morti e dei contagi; dall’altro Matteo Renzi che non passa ora a lanciare fendenti contro Giuseppe Conte. E’ il quadro di un governo ormai sotto assedio accerchiato e che disperatamente cerca una via di fuga. Questo è lo scenario che farà da sfondo all’incontro che, presumibilmente, si dovrebbe tenere nel tardo pomeriggio tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Una riunione che non dovrebbe essere risolutiva ma che comunque potrebbe già indicare la via che questo Conte bis potrebbe imboccare.
In tutto questo, come detto, l’emergenza Covid e il grande interrogativo di come affrontare la pandemia durante queste feste natalizie. Anche su questo punto il governo non sembra essere unito, ed a partire proprio dal premier Conte il quale non avrebbe ancora deciso verso quale parte propendere: quella rigorista che guarda al ‘modello Merkel’ e cioè zona rossa per tutto il periodo festivo al fine di scongiurare la circolazione del virus e così la terza ondata; quella più moderata che vorrebbe continuare lungo la scia tracciata dalle fasce colorate e soprattutto consentire limitati ricongiungimenti familiari e festeggiamenti sobri, ma senza misure draconiane.
Indice Articolo
- Zona rossa dovrebbe partire dal 24 dicembre fino al 6 gennaio
- Conte: «Vediamo se ci sono le condizioni per andare avanti più forti di prima»
- Renzi punta ad affidare delega intelligence, ora nelle mani di Conte, a un esponente di Iv o del Pd
- Meloni: «Mai al governo con Pd, M5s o Renzi»
- Salvini: «Un governo di centrodestra in Parlamento i numeri ce li ha»
Una decisione dovrebbe arrivare tra oggi e domani visto che la riunione di ieri sera è saltata per l’indisponibilità della capodelegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova. Un’assenza che sembra iscriversi nella ormai guerra fredda, ma poi non tanto fredda, che Renzi ha ingaggiato contro il premier Conte. Così bisognerà aspettare almeno domani per poter iniziare ad avere un quadro chiaro di come gli italiani potranno festeggiare il Natale.
Zona rossa dovrebbe partire dal 24 dicembre fino al 6 gennaio
Quello che è certo è che la promessa di Conte di un Natale sereno è già bella che passata. L’unica cosa che sembra essere stata evitata è che le misure restrittive partano già da questo week end, se ne parlerà probabilmente dal 24 ed escludendo i giorni non festivi e prefestivi si arriverà quasi certamente al 3 gennaio. C’è però chi ritiene si arrivi fino al 6 gennaio.
Questa la durata temporale, mentre riguardo le misure previste dovrebbe essere una sorta di riedizione del lockdown dell’anno scorso e cioè con la chiusura di tutte le attività tranne quelle attinenti ai prodotti di prima necessità. Mentre tutti gli altri abbasseranno le saracinesche. Stessa cosa per i ristoranti e i bar, e qui arrivano le note dolenti visto che era stata loro assicurato che sarebbero rimasti aperti durante queste feste almeno a pranzo. Dietrofront che si tradurrà in un danno economico rilevante per queste categorie. Da qui la richiesta di nuovi ristori per queste attività.
Come detto, però, ancora nulla è deciso perché Italia Viva anche su questo punto si è messa di traverso visto che continua a seguire una via che è quella della moderazione e non del rigore. Anche su questo piano, quindi, c’è il rischio di una contesa tra Conte e Renzi.
Conte: «Vediamo se ci sono le condizioni per andare avanti più forti di prima»
Ma la vera partita è politica e coinvolge direttamente il futuro del governo. Ieri sera su Nove il premier Conte è stato intervistato nella trasmissione Accordi e Disaccordi. Conte ha ribadito che «Italia Viva è un compagno di viaggio. In questo momento sta sollevando dei problemi, sta rivendicando delle petizioni politiche, è importantissimo ritrovare chiarezza di intenti, condivisione di obiettivi e soprattutto grande visione». E precisando che «domani ci confronteremo nel merito e vediamo se ci sono le condizioni per andare avanti più forti di prima».
E’ proprio Conte ad indicare il menu dell’incontro, a partire dal rimpasto: «Se ci sono delle richieste, del malessere, è giusto ascoltarli e comprenderli, per ciascuna forza politica. Dopodiché ci confronteremo tutti insieme». Per poi passare al tema della governance sul Recovery Plan: «Se ci sono proposte alternative, che garantiscano l’obiettivo di salvaguardare speditezza e capacità di spendere, ben vengano». Infine, sul Mes: «Porre delle condizioni “prendere o lasciare” sarebbe sbagliato, significherebbe che non si può collaborare. Sarebbe una grave irresponsabilità fermarsi per un mancato chiarimento».
Renzi punta ad affidare delega intelligence, ora nelle mani di Conte, a un esponente di Iv o del Pd
Paletti e idee ben chiare quelle di Conte, ora bisogna vedere cosa farà e dirà Renzi. I rumors parlano di un Renzi determinato a far valere le proprie ragioni a partire dalla governance, su cui va già dicendo di averla di fatto bloccata. Ma nell’agenda delle cose da rivedere Renzi ha anche fissato la delega ai servizi, che Conte ha lasciato per sé. Per l’ex premier questa dovrebbe essere ceduta a un esponente di Iv o del Pd, e questo anche perché dopo la vittoria di Biden non può continuare ad essere gestita dal trumpiano Conte, anche se questi è il presidente del Consiglio.
Un punto, quello della delega ai servizi, su qui però Conte non sembra disposto a fare un passo indietro. Ed allora la domanda è che cosa farà Matteo Renzi dinanzi a un rifiuto del premier? Aprirà la crisi? E quali saranno le prospettive? Da Italia Viva si continua a ripetere che non c’è la volontà di aprire la crisi e che quand’anche vi fosse sarebbe possibile trovare una nuova maggioranza. Perciò il ritorno al voto non sarebbe così scontato.
Quello che non dicono i renziani però è con quali numeri e partiti sarebbe possibile fare un nuovo governo, considerando che il partito di maggioranza relativa alla Camera e al Senato, il M5S, ormai è in totale sbandamento e perciò inaffidabile. Si vedrà, quindi, domani alle 19 cosa accadrà anche se l’ipotesi più accreditata è che almeno fino a dopo Natale, quando orientativamente il Senato dovrebbe licenziare la manovra non accadrà nulla. Poi, è possibile che si delineino nuovi scenari.
Meloni: «Mai al governo con Pd, M5s o Renzi»
Tra questi senza dubbio è da escludere quello di una maggioranza formata dal centrodestra con i renziani. Ieri lo ha ripetuto chiaramente Giorgia Meloni alla presentazione del libro di Bruno Vespa: «I miei voti per sostenere Conte non ci saranno mai. Se c’è un governo di centrodestra che trova una maggioranza in Parlamento, con forze non organizzate, mi si dica qual è ma in ogni caso io non faccio accordi o alleanze con Renzi, M5s o Pd».
Salvini: «Un governo di centrodestra in Parlamento i numeri ce li ha»
Scenario di un governo di centrodestra con responsabili che invece sostiene Matteo Salvini, il quale invitato anche lui alla presentazione del libro di Vespa spiega: «La via maestra se la maggioranza continua a litigare sono le elezioni oppure un governo fondato su un programma di centrodestra, ci sarebbe una maggioranza sia alla Camera che al Senato. Un governo di centrodestra ha i numeri in Parlamento».
Naturalmente davanti a questa eventualità bisognerà vedere poi che ne pensa Mattarella, il quale però già all’inizio di questa Legislatura aveva messo da parte questa ipotesi. Chissà che non ritorni sui propri passi. Ma per il momento però bisognerà vedere come si conclude la storia di questo Conte bis, che anche se assediato e minacciato al momento regge ancora.
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