Torre Annunziata, Bergamasco (La paranza delle idee): «Rigenerazione urbana tema centrale. Sul PUC basta silenzi»

di Mauro Della Corte

Ancora qualche giorno e il rischio di un commissariamento potrebbe concretizzarsi: Torre Annunziata, impantanata in un Piano regolatore fermo agli anni ‘80, sul Piano Urbanistico Comunale sconta un ritardo di sedici anni. Eppure, secondo Claudio Bergamasco, presidente de La paranza delle idee, associazione oplontina molto presente nel dibattito politico cittadino, «quello che sembra solo un fardello burocratico può rappresentare il punto di svolta per il futuro della città».

Bergamasco, l’associazione che lei presiede dà grande importanza ai temi della rigenerazione urbana e della pianificazione urbanistica. Argomenti che sembrano distanti dalla realtà quotidiana dei cittadini. Partiamo da questo: come mai per voi, invece, sono così rilevanti?

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Proprio perché, in realtà, hanno a che fare con lo stato dei luoghi che viviamo tutti i giorni. Basterebbe avere uno sguardo diverso sulle criticità, per capirlo. Si pensi, ad esempio, al problema dell’ultimo tratto del Corso Vittorio Emanuele III, chiuso al traffico da quasi due anni e diventato, nel frattempo, una discarica a cielo aperto. I residenti, giustamente, protestano per i disagi alla viabilità e per la sporcizia ma tutto ciò deriva da un altro problema.

Quale?

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La presenza, in zona, di edifici pericolanti e abbandonati. Ecco, quando parliamo di rigenerazione urbana parliamo, in realtà, della necessità di riqualificare quartieri come quello in questione, segnati da un degrado che è sociale prim’ancora che urbanistico. Ma una riqualificazione ha davvero senso se è coerente con l’idea di città del futuro che si vuole portare avanti, perciò serve la pianificazione complessiva. È un discorso articolato ma che porta a soluzioni definitive, tanto per gli edifici abbandonati quanto per le strade chiuse e ridotte a discariche, per intenderci. Poi va detto che negli ultimi otto anni in Italia sono stati stanziati, per i vari piani di rigenerazione urbana, 5,2 miliardi di euro. E ora c’è il capitolo Recovery Fund.

Cioè?

La rigenerazione urbana si inserisce perfettamente negli obiettivi di transizione ecologica, digitalizzazione e inclusione sociale che bisogna perseguire in via prioritaria per avere accesso, appunto, al Recovery Fund. Secondo una stima, ogni euro investito in progetti di riqualificazione urbana ne può generare tre di valore, con l’indotto. Considerando che il 60% del risparmio degli italiani è nell’immobiliare e che il volume totale dei mutui ammonta a 385 miliardi, si tratta di un processo di rigenerazione del valore di enorme portata.

E Torre Annunziata, in concreto, come ne potrebbe essere coinvolta? Andando a riqualificare i quartieri fatiscenti?

Torre Annunziata urbanisticamente va del tutto ripensata. Aveva ben più di 60mila abitanti e ora ne ha circa 40mila ma con una densità reale che è rimasta comunque molto alta perché sono aumentati i vuoti urbani. Era un importante polo industriale e ora è un deserto produttivo che punta a diventare un sito turistico senza averne ancora tutte le caratteristiche.

Vive l’anomalia di un centro città svuotato, con residenti, attività commerciali e uffici pubblici che hanno lasciato in gran numero i quartieri storici a vantaggio delle periferie. Poi c’è il nodo degli insediamenti abusivi presenti sul territorio. Per tutte queste ragioni è necessario e importante redigere il PUC. Il Piano regolatore vigente risale agli anni ’50 ed è stato aggiornato per l’ultima volta nei primi anni ’80: è la fotografa di una città che oggi non c’è più.

La paranza delle idee da ben più di un anno segue le sorti del PUC. Non sono mancati i momenti di confronto, ma anche quelli di scontro, con il Comune. Qual è lo stato dell’arte?

Bella domanda, magari lo conoscessimo davvero! È ora che l’Amministrazione comunale dica chiaramente come stanno le cose. Il procedimento di redazione del PUC, che in Campania è stato introdotto già nel 2004, è stato avviato oltre cinque anni fa ma, ad oggi, di questo lavoro non si sono ancora visti i frutti. Non è stato mai presentato nemmeno un Preliminare di Piano, nonostante le scadenze del 30 settembre e del prossimo 31 dicembre imposte dalla Regione ai Comuni rispettivamente per l’adozione e l’approvazione dei PUC.

Il primo termine non è stato rispettato e, con ogni probabilità, non lo sarà neanche il secondo. Con la conseguenza che la Regione invierà un commissario ad acta. Non è detto che sia un bene, visto che c’è sempre il rischio che il ridisegno urbanistico della città venga gestito come mero atto burocratico, magari da qualcuno che nemmeno conosce il territorio. E i torresi ci mettono i soldi, dopo che qualche cifra è stata già spesa.

Di quanto parliamo?

Giusto un anno fa il Comune ha affidato, per 28mila e 500 euro, a un tecnico esterno un incarico di dodici mesi legato alla redazione del Preliminare di Piano. L’incarico è scaduto, il Preliminare c’è? Di questi tempi avremmo dovuto trovarlo già pubblicato sul sito web dell’ente, con la comunicazione di avvio della procedura di consultazione dei portatori d’interesse. Consultazione che va fatta, oltre che sul PUC, anche sulla Valutazione Ambientale Strategica, che riguarda pure le cisterne nel porto, e il Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale.

Perché la legge prevede il necessario coinvolgimento dei cittadini nella redazione del PUC, giusto?

Esatto. Non a caso, del resto. Si tratta di dare un volto alla città dei prossimi cinquant’anni, è un lavoro che non può essere fatto in solitudine da un’Amministrazione che tra un anno e mezzo terminerà il proprio mandato. Ci sono decisioni che vanno concordate con la cittadinanza. Ci sono Comuni che hanno reso il PUC partecipato un momento di grande confronto collettivo, di condivisione degli obiettivi amministrativi futuri e delle strategie da mettere in campo per raggiungerli.

Non mi pare che ciò sia nelle corde di chi ora è al governo della città. Ho il sospetto che la consultazione ci sarà solo quando non servirà più a nulla: a furia di fare interventi isolati e in variante al Piano regolatore vigente, infatti, si sta confezionando una proposta che sarà difficile modificare, poi.

Ma quali idee ha La paranza delle idee sulla rigenerazione urbana e sulla pianificazione urbanistica?

Torre Annunziata deve recuperare, seppur in modo sostenibile per l’ambiente, pure la sua vocazione industriale. Il turismo non può essere l’unica prospettiva di sviluppo. Il territorio ha una predisposizione naturale come nodo logistico nevralgico, per cui bisognerebbe mettere in campo delle progettualità che valorizzino questa sua potenzialità. Il porto sta facendo registrare un volume di traffico importante ma, al momento, è un corpo estraneo, che non restituisce ricchezza alla città. Va realizzato un nuovo retroporto per un più funzionale collegamento con l’area industriale.

Poi, come detto, ci sono i quartieri storici da sistemare. E lì sì che la riqualificazione può e deve seguire i canoni dell’accoglienza turistica, in accordo con la valorizzazione del litorale e degli scavi archeologici. Anche perché c’è bisogno di riportare il baricentro cittadino lì dov’era un tempo, visto che fra poco coinciderà con la rotatoria del Tribunale! La parte Nord della città, oggi ultraintasata, deve tornare a respirare, in quanto zona residenziale. Invece la si continua ad aggredire con nuove opere, consumando quel poco di suolo libero che vi è rimasto e non vorrei che ciò creasse problemi in caso di forti piogge. Mentre per Torre Sud non si fa nulla, a parte chiudere strade.

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