«L’indice Rt domani (oggi, ndr.) sarà annunciato a 0,91 ma siamo ancora nel pieno dell’epidemia!». L’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe sembrare voler infondere un po’ di ottimismo, ma la sensazione dura poco.
«Alcuni segnali – aggiunge il ministro Speranza a Piazzapulita – fanno pensare ad una curva che si piega, ma siamo ancora in mezzo alla crisi. I decessi sono l’ultimo elemento a mutare segno. La prima cosa che si muove è l’indice Rt, che domani (oggi, ndr.) sarà annunciato a 0,91. Per la prima volta dopo moltissime settimane l’indice è sotto 1. C’è ancora una situazione molto seria, il numero dei decessi sarà l’ultimo a piegarsi purtroppo».
La situazione sembra migliorare ma per Speranza è ancora complicata «ma vediamo che le misure cominciano a fare effetto, bisogna insistere. Per una ragione strutturale, discussa anche da scienziati e tecnici. Abbiamo una delle popolazioni più anziana al mondo, è un segnale di tenuta anche del nostro sistema sanitario. Una popolazione anziana è particolarmente esposta ad un virus che colpisce i soggetti fragili e gli anziani hanno spesso più patologie insieme: questo ci sta facendo pagare un prezzo molto alto».
Speranza non condivide la definizione di ‘linea dura’ per le ultime misure come se dividere genitori e figli, fidanzati e fidanzate, nonni e nipotini sia una cosa normale. «Non è la linea dura, è la linea necessaria. Queste misure sono indispensabili, è chiaro che producono sacrifici e restrizioni. Io non firmo ordinanze a cuor leggero, stiamo entrando in aspetti che riguardano la vita delle persone. Ma senza queste misure non sarebbe possibile mettere la curva sotto controllo. Abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra le esigenze, stiamo tentando di piegare la curva senza fare un lockdown generalizzato», dice il ministro Speranza.
Non sarà lockdown ma chiudere i confini di comuni e regioni, proibire la visita a un genitore o un figlio lontano a noi sembra molto peggio. Tenere gli alberghi aperti ma impedire di fatto ai turisti di arrivare (sfido chiunque a fare le vacanze con 15 giorni di quarantena) solo per non dare aiuti seri agli imprenditori sembra solo l’ultima e l’ennesima presa per i fondelli.
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