Secondo i dati Istat del 2019 sono 1 milione e 700 mila i cittadini divorziati e residenti sul territorio nazionale, piú di 14 milioni sono le coppie dichiarate ogni anno nei censimenti dell’Istituto Nazionale di Statistica, di cui un milione e mezzo composti da partner non coniugati.
Secondo l’ultimo rapporto di Eurofound del 2019, una fondazione europea pubblica che si occupa di politiche sociali, circa 4 milioni sono gli italiani e le italiane che coabitano con il proprio partner. Il legame fra divorzi e convivenze emerge con forza in diversi studi europei ed in Italia si conferma, seppur il territorio è considerato comunemente come uno Stato “tradizionale”.
Il rapporto di Eurofond si sofferma in particolare sui diritti dei partner conviventi, che nella maggior parte delle nazioni, sono inferiori rispetto a quelli di chi si sposa. Alcuni Paesi hanno introdotto politiche che riconoscono la coabitazione e offrono un qualche genere di protezione alle coppie che la praticano. Questo succede, con forme e intensità diverse, un po’ in tutte le principali nazioni europee (Francia, Spagna, Germania, solo per citarne alcune) con però l’eccezione dell’Italia, dove l’unico caso è quello delle unioni civili per coppie dello stesso sesso.
Questa tematica si ripropone puntualmente, come accade negli ultimi mesi in occasione della pandemia da Coronavirus, all’appropinquarsi dell’emanazione del DPCM regolatorio dei comportamenti dei cittadini sul territorio nazionale in tema di mobilità.
In questo ultimo caso, giusto appunto inerente al Decreto che sarà in vigore a partire dal prossimo 4 dicembre, si apprende dalla stampa che sarà previsto un blocco totale degli spostamenti tra le regioni italiane nel periodo delle feste natalizie, dal 20 dicembre al 6 gennaio, provocando in tal senso un grave danno sociale a famiglie allargate, partner conviventi (e non) e genitori divorziati.
Occorre ricordare che Istat definisce la famiglia come «un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune. Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona». Nello stesso modo l’Istituto di Statistica definisce la coppia come «un tipo di nucleo familiare che può essere senza figli o con figli, coniugata o non coniugata, di sesso opposto o dello stesso sesso».
Per cui viene da se pensare che l’autorizzazione agli spostamenti avvenga affinché i nuclei di cui sopra (famiglie allargate, coppie, partner conviventi e non, genitori divorziati) possano usufruire del cosiddetto «ricongiungimento familiare», anche se si trovano in regioni le cui fasce possono essere rosse o arancioni, limitandolo i casi che riguardano come detto i genitori ed figli, i coniugi, i partner conviventi e non, anche se non sono residenti o domiciliati nel luogo finale (destinazione) dello spostamento.
È una deroga che andrebbe a ricoprire un motivo di urgenza aggiuntivo rispetto a quelli previsti nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da applicare in una situazione particolare come le feste natalizie.
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