«L”harem’ di De Luca si arricchisce di altri 12 dipendenti che con una Delibera di Giunta Regionale, la numero 485, del 3-11-20, vengono assunti a tempo determinato». È la fotografia di quello che per la Cisl Fp è a tutti gli effetti l’ennesima anomalia della Regione Campania.
In un momento in cui gli uffici pubblici sono al collasso per mancanza di personale e ci si avvia verso uno sciopero nazionale, gli Uffici di Diretta Collaborazione con il Presidente della Regione Campania che ad oggi «contano ben 177 unità si arricchiscono di personale esterno – spiega Lorenzo Medici segretario regionale Cisl Fp Napoli – per dare un parametro delle persone ‘a disposizione’ del Presidente basta pensare che invece tutta la Direzione Generale delle Risorse Umane ne conta 117».
«Negli anni passati abbiamo dovuto battagliare sul numero di persone assegnate agli Udcp perché sproporzionato rispetto ai reali bisogni dell’Ente – spiega ancora Medici – Invece con la delibera che ha assunto a tempo determinato 12 unità esterne all’amministrazione con contratto stipulato direttamente dagli Udcp si è passato il limite».
La richiesta della Cisl Fp è quella di procedure chiare e concrete per la tutela di tutti i dipendenti regionali e non di persone esterne, ma anche semplificazioni che possano consentire una crescita dei lavoratori. «Questi posti assegnati concorrono al tetto della spesa del personale impedendo di conseguenza molte azioni, come la possibilità di assegnare fondi a borsisti e la difficoltà di applicazione delle progressioni verticali» spiegano ancora dalla segreteria campana della Cisl.
La questione è molto tecnica, secondo i sindacati «l’utilizzo in Regione di collaborazioni sottrarrebbe risorse per l’applicazione del contratto nazionale di lavoro spesso contrastato alla Conferenza Stato-Regioni per avere mano libera e distribuire risorse ad ‘amici’ e ‘grandi elettori’ – conclude Medici – e mentre si consumerebbe il tentativo di far rientrare dalla porta di servizio alcuni ‘personaggi’ usciti già dalla porta principale, non dobbiamo dimenticare che molte direzioni generali lavorano da tempo in affanno, che i dipendenti sono poco tutelati e che lavorando in remoto si sono caricati sulle spalle non solo i compiti a loro assegnati ma anche molte altre attività ormai scoperte per mancanza di personale li dove davvero occorre».
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