Ormai in Italia e in Europa tutto si può fare e tutto si può dire. Il pensiero unico è pronto a difendere tutte le diversità di vedute. Si rispetta perfino chi obbliga la “propria” donna a indossare il burka, ma non si rispetta chi professa il cristianesimo. L’ennesima, delirante, dimostrazione è la frase pronunciata ieri sera dal ministro Francesco Boccia. «Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia» ha affermato.
Ma per diventare cattolico avrà fatto il catechismo e la comunione? Perché se il bambino Gesù è nato a mezzanotte, perché oltre che cercare d’imporre ai cattolici di togliere le croci dal muro, ora gli vuole anche impedire di festeggiare a mezzanotte la nascita di Cristo?
Certo, «eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre». Ma è eresia anche impedire alle persone di lavorare e guadagnare senza poi dargli la possibilità di mettere un piatto a tavola. E, per di più, chiedendogli anche di pagare tasse! Non le sembra ministro Boccia?
«Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede». E pure la fede evidentemente questo governo vuole provare a cancellarla. O meglio, a trasformarla. Da fede in Dio a fede in Conte.
Nelle intenzioni del ministro Boccia, al di là della fede, c’è l’idea di anticipare la messa di mezzanotte alle 22 in modo da poter mettere un coprifuoco più stringente per il Natale. Ma ha ragionato un attimo? Si potrebbero ottenere effetti contrari: anticipando l’orario della Santa messa potrebbe esserci più possibilità di assembramento. Nulla in contrario alla lotta al virus, ma contro il buon senso e contro chi vuole cambiare o cancellare la fede di Cristo sì. Se le imposizioni sono sbagliate sempre, lo sono anche per il Cristianesimo.
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