A meno di 24 ore dalla data preannunciata per la riapertura della didattica in presenza per i servizi educativi, la scuola dell’infanzia e per la prima classe della scuola primaria, finalmente arriva la decisione della Regione Campania: da mercoledì 25 gli istituti pubblici e privati potranno riaprire.
«E’ stato deciso che a partire da mercoledì 25 novembre 2020 è consentito il ritorno a scuola in presenza per i servizi educativi e la scuola dell’infanzia, nonché per la prima classe della scuola primaria» afferma una nota dell’Unità di Crisi che oggi si è riunita per esaminare i risultati dello screening a campione, su base volontaria, relativo alla popolazione scolastica. La decisione è stata presa «sulla base della percentuale dei positivi riscontrati e della curva dei contagi rilevata nella scorsa settimana a livello regionale con riferimento alle fasce d’età interessate (0-6 anni)».
«Alle ore 16 di oggi sono stati effettuati 10.590 test antigenici nell’ambito dello screening volontario. I test risultati positivi e per i quali viene effettuato l’esame del tampone molecolare, sono 35 (per una percentuale dello 0,33%)» spiega ancora l’Unità di Crisi. I bambini potranno rientrare in classe dunque «fatta salva l’adozione di misure restrittive da parte dei Comuni in relazione all’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale».
Una decisione che a molti potrebbe sembrare una non decisione e il tentativo di passare la ‘palla’ alle singole amministrazioni comunali. Ma c’è da domandarsi quanti sindaci o amministrazioni se la sentiranno ad acconsentire al ritorno a scuola dei propri bimbi? Quanti primi cittadini ignoreranno le richieste delle mamme che chiedono il prolungamento della didattica a distanza?
E, infatti, tanti sono i comuni che hanno già emanato le loro ordinanze per impedire la ripresa della scuola. In mattinata il sindaco di Procida Dino Ambrosino aveva emesso una ordinanza per la sospensione delle attività in presenza delle scuole dell’infanzia e primaria dell’isola sino al 3 dicembre prossimo.
Un po’ più in là, ma solo a livello temporale, si è spinto Nicola Pirozzi, primo cittadino di Giugliano che ha deciso la sospensione fino al 4 dicembre prossimo.
«È un anno che resterà tristemente impresso nella memoria dei bambini e dei ragazzi di oggi, un anno che ricorderanno come “quello della didattica a distanza” e quindi senza la bellezza dello scambio, del confronto dal vivo, dei rapporti con insegnanti e compagni, che sono componenti di crescita importanti» ha affermato Pirozzi che ha aggiunto «la nostra comunità è ancora esposta a condizioni di forte fragilità, per quanto concerne la curva dei contagi, e non è questa quella che si può definire “area di assoluta sicurezza” per il ritorno a scuola. La componente umana e la socializzazione sono per me aspetti essenziali del diritto allo studio, ma prima di ogni cosa viene la salute dei nostri bambini e ragazzi».
A Torre del Greco «le attività didattiche di tutti gli istititi scolastici di ogni ordine e grado – sia pubblici che privati – si svolgeranno esclusivamente con modalità “a distanza”» fino al 5 dicembre per decisione dell’Amministrazione comunale. Mentre a Torre Annunziata il primo cittadino Vincenzo Ascione ha deciso lo stop all’attività in presenza dei servizi per l’infanzia (sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni) e delle prime classi della scuola primaria, fino al 30 novembre 2020. E questi sono solo alcuni dei comuni in provincia di Napoli. C’è da scommettere che presto verranno imitati da molti altri.
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