Il giorno dopo le parole di Silvio Berlusconi a dare una mano per il bene del Paese e l’apertura del premier Giuseppe Conte a prendere in considerazione le proposte di Forza Italia, ma senza allargare il perimetro della maggioranza di governo, sia il Centrodestra e sia l’area di governo piombano nel caos. Risultato ampiamente prevedibile, e forse anche voluto, che riporta proprio Berlusconi al centro della scena e soprattutto nuovamente decisivo. A dispetto dei sondaggi che lo inchiodano ormai a una cifra.
E tutto questo mentre alla Camera avviene l’ennesimo addio a Berlusconi con Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara sbattono la porta e vanno da Matteo Salvini nella Lega. Un’uscita che secondo alcuni è il preludio per altri addii.
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Il Cavaliere però non sembrerebbero preoccupato più di tanto, il quale, riferiscono fonti, all’uscita dei tre deputati avrebbe commentato: «Se uno se ne va? Peggio per lui. Chi va via non ha mai avuto molta fortuna». Valutazioni che comunque indicano che per Berlusconi la strada è tracciata e cioè quella di prendersi più spazio di manovra all’interno della coalizione di Centrodestra e recuperare una certa agibilità che, complice anche la lontananza dall’Italia per Covid, avrebbe perso a beneficio di Salvini e Meloni.
Salvini accusa Berlusconi: «Inciucio per salvare Mediaset, altro che collaborazione»
Intanto, però è proprio il Centrodestra al momento a subire le ripercussioni più pesanti per la mano tesa di Berlusconi al governo. Matteo Salvini al mattino attacca il Cavaliere e la sua linea politica adombrando che sia in atto uno scambio di interessi e favori tra Berlusconi e il Pd. Il riferimento all’emendamento Mediaset inserito nel dl Covid, approvato in Senato e in discussione adesso alla Camera sul quale proprio la Lega ha presentato una questione pregiudiziale.
E continuando il leader leghista affonda il colpo: «L’appello di Mattarella è alla collaborazione, non all’inciucio o ai rimpasti. Mi sembra che in Pd, 5s, Renzi e a leggere anche qualche pezzo di Forza Italia si stia parlando di posti, non di cose da fare». Da Forza Italia la reazione non si fa attendere, ma alla fine è proprio Berlusconi a scendere in campo per sgombrare la vicenda da equivoci con una lunga nota. In questa ribadisce la centralità di Forza Italia e dei partiti moderati al punto che «non avremmo un centro-destra, ma una destra isolata in Italia e in Europa».
Berlusconi replica a Salvini: «Fi soggetto fondante del centrodestra. Lavoro per unità coalizione»
Ma soprattutto il Berlusconi chiarisce che «Fi è un soggetto fondante del centrodestra e io ho sempre lavorato per l’unità della coalizione». A stretto giro anche la reazione di Matteo Salvini il quale spiega: «Lavoro con tutto il centrodestra per una coalizione unita e concreta, capace di curare e proteggere gli italiani. Non ho tempo per polemiche politiche o inciuci». Non è dato sapere se Berlusconi e Salvini si siano parlati, fatto sta che per ora il confronto finisce qui.
E’ evidente però che i problemi rimangono sul tappeto e soprattutto la traiettoria dell’iniziativa intrapresa da Silvio Berlusconi rimane ancora da comprendere a pieno. Solo una mano tesa per il bene della Nazione? O una mossa, che come nel gioco del domino, produrrà a cascata una serie di eventi fino al botto finale? E qual è il botto finale? La caduta del governo?
Difficile dirlo al momento, ma molti sembrano propendere per la seconda ipotesi sulla base di uno scenario ben preciso che potrebbe determinarsi nelle settimane e nei mesi a seguire. Ormai è evidente che siano in tanti a voler voltare pagina e che Conte sia diventato più un peso, specie adesso che i sondaggi lo danno in calo.
L’impossibilità da parte dei singoli partiti, vista la pandemia in corso, di aprire una crisi avrebbe convinto in tanti che soltanto un evento esogeno potrebbe portare alla crisi di governo. Evento esogeno che potrebbe essere, per l’appunto, proprio la mano tesa di Silvio Berlusconi. E non è un caso che proprio il Pd sia quello che più di tutti sta spingendo perché questa mano venga stretta. Da mesi i rapporti tra Franceschini e Conte sono ai minimi termini e pure Zingaretti sarebbe sempre più stanco di un premier che fa tutto il contrario di quello che promette.
Diverso, invece, l’atteggiamento del M5S che guarda con fastidio tutti questi movimenti anche perché sa benissimo che difficilmente reggerebbe all’interno di un governo che collabora con Forza Italia e che in alcune occasioni fa addirittura da stampella. Già è stato difficile far digerire l’alleanza con il Pd, figurarsi con un nemico storico come Berlusconi (Di Maio al tempo delle trattative per il governo gialloverde si rifiutò anche di rispondere al telefono al Cavaliere). Senza contare che il congresso permanente nel M5S ha di fatto ormai balcanizzato il movimento e reso sempre più difficile trovare punti di equilibrio.
E’ chiaro che in una simile situazione il verificarsi di un incidente sarebbe altamente probabile, specie in Senato dove la maggioranza si sa è appesa a un filo. E la conseguenza naturale sarebbe l’apertura della crisi di governo e la fine del governo Conte. Ecco perché molti vedono la mano tesa di Berlusconi come una sorta di cavallo di Troia per abbattere Conte e aprire a un nuovo Esecutivo, guidato ad esempio da Draghi e sostenuto da una maggioranza allargata che poi sarebbe quella che eleggerebbe il nuovo presidente della Repubblica.
Uno scenario tutto da verificare ma che potrebbe anche portarsi dietro la riforma della legge elettorale in senso proporzionale che finalmente servirebbe a scardinare il sistema delle coalizioni, ormai sempre più in crisi, e lasciare che le maggioranze e quindi i governi si decidano dopo le elezioni e non prima.
Scenari tutti da verificare e al netto di quello che accadrà da qui a qualche settimana con la seconda ondata e soprattutto con gli effetti sull’economia. Due elementi che potrebbero dare una mano a chi punta a far saltare il Conte bis.
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