«Forza Italia pronta al dialogo ma vogliamo ok su Mes e stop delle tasse». «Sì al dialogo con Forza Italia su manovra, non su governo». Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte come in una partita a poker hanno deciso di sedersi al tavolo da gioco e di vedere le carte che ognuno ha in mano. Una mano che passa per la manovra finanziaria, finalmente arrivata ieri sera alla Camera, per la seconda ondata di Covid-19 e che naturalmente prima o poi investirà anche il futuro del governo.
Da giorni si erano notati i movimenti lungo la frontiera del Centrodestra, dove Silvio Berlusconi iniziava a svariare in lungo e in largo per recuperare uno spazio d’autonomia. E’ chiaro che il Cavaliere sa di muoversi in un contesto difficile. I bei tempi in cui Forza Italia era l’indiscusso gigante della coalizione sono alle spalle.
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Ormai gli azzurri sono stabilmente il terzo partito, su tre, del Centrodestra e quindi il banco non è più nelle mani dell’uomo di Arcore. Matteo Salvini e Giorgia Meloni dettano l’andatura, avendo dimostrato da tempo di essere in sintonia con il mood del Paese.
Questo però non ha impedito a Berlusconi di continuare a coltivare il suo piccolo orticello che, anche se limitato a un 5/7 per cento, rappresenta un contributo prezioso che nessuno vuole disperdere. E consapevole di tutto questo e con l’obiettivo di non finire nel cono d’ombra del duo Salvini-Meloni, complice anche l’eterea leadership di Antonio Tajani, il Cavaliere è tornato a dare il tempo attraverso interviste e dichiarazioni sempre più sensibili alle richieste di collaborazione e di un clima cordiale che in primo luogo arrivano dal Quirinale.
Berlusconi: «Forza Italia favorevole a valutare sì a scostamento»
Fino a ieri quando con una nota Berlusconi ha chiarito che «Forza Italia è disposta a valutare il voto favorevole allo scostamento di bilancio e a migliorare con le proprie proposte per l’Italia una legge di bilancio minimalista, vecchia e inadeguata. A fronte di questo chiediamo però risposte efficaci all’emergenza sanitaria, all’emergenza economica, all’emergenza burocratica».
Governo di unità nazionale alle porte? Certo che no, come spiega sempre Berlusconi nella nota: «Chiediamo con forza a tutte le parti interessate, maggioranza e opposizione, ma anche al mondo della cultura, del lavoro, dell’impresa, della scienza, di mettere a disposizione le migliori energie, le migliori risorse: l’Italia ha bisogno di un grande sforzo collettivo per risollevarsi dall’emergenza. Questo non significa annullare le distinzioni politiche e di ruolo fra maggioranza e opposizione, che sono insormontabili e che ci collocano, per i nostri valori, la nostra storia, il nostro impegno con gli elettori, in alternativa alla sinistra in tutte le sue espressioni».
Conte: «Sì a dialogo con FI su manovra e scostamento»
Un passo che Berlusconi sapeva non sarebbe caduto nel vuoto, visto che qualche giorno fa il Pd attraverso Goffredo Bettini, ascoltato consigliere di Zingaretti, si era premunito di far sapere dalle colonne del Corriere della Sera che bisognava cogliere i segnali distensivi giunti da Berlusconi e, addirittura, di aprire il governo alle migliori energie del Paese.
E così a sera da Palazzo Chigi le sempre ben informate fonti hanno fatto filtrare alle agenzie che il premier Conte «ha dato mandato ai capidelegazione di coinvolgere i capigruppo al fine di verificare la disponibilità a stabilire un percorso di dialogo e collaborazione con Forza Italia, in ragione della dichiarata disponibilità di questa forza politica, ad aprire a un dialogo costruttivo sulla manovra e sullo scostamento».
Chiarendo, però, che «il mandato non è per esplorare un allargamento della maggioranza o per pervenire a un accordo politico che prefiguri una commistione di ruoli» o «una riorganizzazione del perimetro delle forze che sostengono il governo».
Conte: «Maggioranza salda ma aperti a dialogo»
Insomma, spiegano sempre le fonti, «non è vero che Conte sia timoroso o ponga ostacoli al dialogo con le opposizioni. Ha già dichiarato pubblicamente, nella sede ufficiale del Parlamento, che resta aperto un tavolo di confronto con le opposizioni. Con Forza Italia si sta esplorando la possibilità che si possa dialogare sui contenuti della manovra economica e sullo scostamento che prefigura nuove misure di sostegno. La maggioranza è ben salda, ma se una forza di opposizione, in considerazione delle difficoltà che il Paese sta attraversando, vuole offrire un contributo costruttivo per il bene del Paese, sarebbe irragionevole non dialogare».
Berlusconi e Conte, metaforicamente s’intende, si siederanno al tavolo. E come non vedere tutto quello che sta accadendo alla luce del via libera dato la scorsa settimana in Senato all’emendamento presentato dalla maggioranza al dl Covid, quello che proroga fino al 31 gennaio lo stato di emergenza, che di fatto blocca le operazioni ostili di Vivendi nei confronti di Mediaset. Emendamento votato anche da una parte del Centrodestra, ma non dalla Lega tanto che c’è il sospetto che proprio sentendo puzza di bruciato all’ultimo momento Matteo Salvini abbia cercato di far saltare tutto.
Naturalmente il provvedimento dovrà passare l’esame della Camera, che peraltro dovrà essere veloce visto che il decreto scade il prossimo 6 dicembre. Ma considerati i tempi limitati è probabile che il dl sarà approvato così come uscito da Palazzo Madama.
Meloni: «Nostre proposte a governo, vedremo se le leggeranno»
Al momento nessun commento nello specifico da parte di FdI e Lega, anche se la posizione di Giorgia Meloni è nota, come chiarisce a sera a Quarta Repubblica: «Mi sono stufata di questo dibattito. Noi chiediamo alcune cose al governo per aiutare imprese e cittadini: i ristori calcolati sul fatturato, un sistema unico di ammortizzatori che consenta anche agli autonomi di avere tutele, un pacchetto di misure per aiutare le imprese. Le nostre proposte ci saranno. La storia dirà se la maggioranza vorrà accoglierle o almeno leggerle oppure se le cestinerà, come avvenuto finora».
Tajani: «Conte? Dialogo con centrodestra. No sostegno Fi a governo»
In realtà, il problema è che finora le offerte di confronto e dialogo sono state tutte di facciata, buone per le telecamere. Bisognerà quindi vedere cosa accadrà nei prossimi giorni, anche se Antonio Tajani sgombra il campo da equivoci: «Noi abbiamo fatto proposte concrete per riscrivere la manovra, che non va bene e non ha una visione complessiva. Non ristori ma risarcimenti veri. Noi chiediamo una bicamerale per scrivere i progetti per accedere ai fondi di Next generation Eu. Il dialogo è governo, maggioranza e centrodestra: noi siamo parte integrante del centrodestra, nessun sostegno sottobanco o sopra il banco al governo. I nostri valori sono alternativi: mai al governo con la sinistra».
Chiaramente ora la palla passa al Parlamento, dove ieri sera è arrivata la legge di Bilancio. Qui si capirà se davvero ci saranno i margini per un’intesa, visto che la manovra approdata a Montecitorio è stata scritta tutta dalla maggioranza senza alcun contributo dell’opposizione. Ci saranno cambiamenti così come chiede Forza Italia e il Centrodestra?
Intanto a Palazzo Madama va avanti l’esame del dl Ristori 1 e 2 accorpati in un unico provvedimento a cui potrebbe unirsi all’inizio della prossima il Ristori ter, per completare così la platea delle misure di aiuto agli esercizi colpiti dalla crisi economica indotta dalla seconda ondata.
Probabilmente insieme al terzo dl Ristori potrebbe arrivare anche la richiesta di scostamento di bilancio per circa 20 miliardi, che però potrebbero non essere utilizzati tutti per il 2020 ma anche per il 2021. Si prevede un Consiglio dei ministri per il fine settimana, forse venerdì, così da arrivare in tempo per mercoledì quando è fissata la discussione in Senato e Camera dello scostamento di bilancio.
I tempi, perciò, sono strettissimi tanto per l’esame dei provvedimenti ma anche per rispondere positivamente alla proposta di dialogo con Forza Italia. Una doppia partita complicata e come spesso accade la fretta può giocare brutti scherzi.
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