La professoressa Imma dota ha rassegnato le dimissioni da coordinatrice della Lega – Salvini Premier, sezione Torre Annunziata – Trecase, in provincia di Napoli. A spiegare i motivi del gesto un comunicato della stessa. «Ritengo che non ci siano più le condizioni per proseguire con serenità e fiducia questa esperienza che era nata sotto i migliori auspici» afferma Dota.
«Il partito – continua – ha tradito sé stesso prima ancora dei suoi elettori. La dirigenza regionale e provinciale ha lasciato soli e vulnerabili segretari locali, assessori, consiglieri, militanti. Sono state assunte decisioni che non ho condiviso, ma ho accettato nella logica di uno spirito di coesione e condivisione».
«Il modus operandi di alcuni esponenti di partito prima e durante le elezioni Regionali ha segnato il definitivo fallimento in quello che doveva essere un progetto unitario e certamente non più divisivo. Si è scelto di accantonare la meritocrazia in nome di interessi personali» sottolina.
«Più che promuovere un gioco di squadra volto al raggiungimento della crescita del partito, si è preferito organizzare una competizione volta al raggiungimento delle poltrone a favore di uno piuttosto che dell’altro candidato. Anche per questa ragione, il nostro candidato alla Regione, Mauro Iovane, consigliere comunale di Torre Annunziata, ha scelto di stare tra la gente della sua città, e noi al suo fianco. E la città ci ha premiato».
«La Lega Salvini-Premier è diventata la prima forza del territorio e questo grazie ad un gruppo che è rimasto compatto anche nei momenti più difficili. Un risultato non improvvisato ma è il frutto di un lavoro costante speso sui nostri territorio, attraverso la promozione di iniziative culturali, raccolte firme, allestito gazebi nelle piazze» afferma Imma Dota.
«Quando ho accettato di ricoprire questo ruolo, ero consapevole delle difficoltà cui andavo incontro. Sono stati mesi intensi, fatti di incontri con i cittadini e impegno politico. Mesi segnati, purtroppo, dalla pandemia Covid-19, che continua a condizionare le nostre esistenze. Grazie ad un lavoro di squadra, all’entusiasmo del gruppo giovani, che ringrazio, si è riusciti a valicare il muro della diffidenza e qualche volta dell’odio».
«Non mi sono piegata agli insulti, non ho indietreggiato quando i giudizi sono diventati offese alla mia persona. Ho subito attacchi da ogni parte e nessuno di questi aveva a che vedere con la mia carica politica e sempre e solo dai cosiddetti “professionisti” della politica. I vertici regionali e provinciali sono stati lontani dalla responsabilità che il loro incarico comportava. Ne prendo atto e allo stesso tempo prendo le distanze da questo modo di fare politica sul territorio che non mi appartiene».
«Ho scelto di rimanere fedele ai miei principi e non alla poltrona. Ho scelto di stare al fianco della gente, che hanno riposto fiducia nella mia persona prima ancora che nell’ideologia di partito. Il mio impegno civico e politico non termina oggi, nella consapevolezza che ognuno di noi può e deve fare di più per la propria città» conclude Dota.
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