A tre giorni dalla chiusura i lavoratori della Whirlpool Napoli non si arrendono e continuano la loro protesta. Alcuni di loro da quattro notti presidiano lo stabilimento di via Argine decisi a non retrocedere: lo stabilimento produce profitti e non c’è ragione per chiudere. E’ questo il loro rammarico più grande, l’azienda ha fermato la produzione nonostante l’alta qualità delle lavatrici costruite dalla fabbrica di Ponticelli.
Questa mattina i lavoratori hanno protestato bloccando per alcune ore le stazione di Gianturco e la stazione Centrale di Napoli creando difficoltà alla circolazione dei treni. Dopo alcune ore la protesta si è spostata al centro direzionale, sotto gli uffici della Regione Campania. I lavoratori chiedono che il Governo e l’ente di Palazzo Santa Lucia facciano sentire la propria voce con l’azienda statunitense. «Non è possibile che l’Italia non faccia rispettare un accordo sottoscritto» affermano.
«Quanto sta accadendo – afferma il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso – è inaccettabile, l’azione di governo non può limitarsi ad una telefonata in cui si prende atto che la multinazionale non intende rispettare gli accordi, soprattutto se questo avviene in piena pandemia costringendo i lavoratori di Napoli a protestare in un momento di difficoltà e di precarietà per se stessi e per le persone coinvolte dalle proteste».
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