Continuano i momenti di tensione in Campania dopo l’annuncio del governatore Vincenzo De Luca di voler «chiudere tutto». Napoli, Ercolano, Salerno, Caserta. Si moltiplicano le occasioni per manifestare. La situazione con la tensione più alta si è registrata poco fa a piazza Dei Martiri a Napoli dove sono state lanciate uova con vernice rossa contro la sede di Confindustria Napoli. In piazza Centri sociali, Cobas, e Sindacato lavoratori in lotta.
I manifestanti, un centinaio, fronteggiati da un cordone di poliziotti del reparto Mobile, hanno acceso fumogeni. In piazza anche un gruppetto di “Antifa” tedeschi, con una bandiera. La Polizia è poi intervenuta per disperderli quando si stavano dirigendo in corteo verso la Regione. Tre bombe carta e bottiglie contro gli agenti, poi nuovi disordini in piazza Amedeo.
Ma anche in provincia il clima è diventato incandescente. Più precisamente ad Ercolano dove un centinaio di commercianti della zona centrale di piazza Trieste e Corso Italia, zona centrale, ha manifestato contro le restrizioni. Grida di «libertà» e slogan contro De Luca. Uno striscione è stato collocato al centro della piazza con la scritta «Vittime del complotto. Libertà!». A terra sono stati collocati lumini cimiteriali per simboleggiare la morte del commercio. Le luci dei negozi sono state spente e lumini sono stati collocati anche davanti alle vetrine.«Non abbiamo ricevuto nessun indennizzo, e non ce la facciamo più», ha detto una commerciante ai giornalisti.
A Caserta in piazza Vanvitelli hanno protestato una trentina di titolari di bar, ristoranti e locali notturni. «Non vogliamo sussidi, vogliamo solo continuare a lavorare in sicurezza» era l’appello lanciato dai protestanti. Un altro lockdown potrebbe essere l’ultimo per decine di attività casertane. «La manifestazione di oggi è solo la prima di una lunga serie – dicono gli esercenti in una nota – ci siamo mossi senza l’aiuto di nessuna associazione di categoria».
«Fino ad oggi abbiamo seguito alla lettera le indicazioni che ci si sono arrivate dal Governo e dalla Regione per limitare i contagi – aggiungono i manifestanti – ma evidentemente le misure fin qui adottate non sono state sufficienti nè a contenere i contagi nè tantomeno a garantirci livelli adeguati di redditività. Per noi va bene qualsiasi soluzione, come l’utilizzo dell’esercito per garantire i controlli, ma limitare ancora le nostre attività significa condannarle al fallimento».
Gli imprenditori chiedono anche «il blocco immediato di tasse, utenze, fitti,contributi previdenziali. Perché per garantire sicurezza e igiene come abbiamo fatto fino ad oggi abbiamo dovuto affrontare spese extra che non ci sono state rimborsate e che hanno gravato sulle nostre finanze già alle prese con un calo del fatturato superiore al 70%».
Intanto il governatore De Luca ha comunicato che andrà avanti e domani potrebbe essere emanata l’ordinanza per il lockdown. Il governatore con il suo staff, e in piena cooperazione con l’Unità di Crisi regionale, sta preparando le misure ma attende anche il dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per analizzare i provvedimenti nazionali e adattare le ulteriori misure per la regione. Il presidente della Regione Campania noncurante delle rimostranze, in molti casi legittime (da condannare però, senza se e senza ma, le azioni violente) continua ad andare per la sua strada e a esacerbare gli animi. Perché, come riferito da lui stesso, le proteste di ieri sera a Napoli era per colpa dei «delinquenti».
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