«Perché i lavoratori, su richiesta dell’azienda, possono fare i tamponi presso laboratori privati e i cittadini no? I cittadini non hanno ugualmente diritto di conoscere il proprio stato di salute? E perché i laboratori privati sono stati inibiti in un momento in cui invece, più che mai, bisognerebbe fare squadra?». E’ quanto si chiede il dottor Maurizio Gallo, responsabile del noto centro diagnostico Sanciro di Portici, in seguito alla decisione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di consentire a cliniche e laboratori privati di eseguire i tamponi a patto che a richiederlo siano le aziende per i propri dipendenti, mentre il privato cittadino dovrà continuare a fare capo all’Asl di riferimento usufruendo di un servizio a costo zero.
Una condizione che fa della Campania un’eccezione nel panorama nazionale, dal momento che in altre regioni cliniche e laboratori privati possono operare su questo fronte senza paletti. «Il nostro intervento potrebbe aiutare a porre rimedio a questo scenario che in inverno andrà ad acuirsi – spiega il dottor Maurizio Gallo – Se la platea di chi ha bisogno del tampone si spalmasse anche sulle cliniche e i laboratori privati, le Asl potrebbero tirare una boccata d’ossigeno: avrebbero meno tamponi da processare e potrebbero rispondere in un tempo minore alla domanda dei cittadini; dal canto nostro noi siamo perfettamente in grado di partire anche adesso con i tamponi».
Per Gallo «al cittadino va lasciata la libertà di decidere se vuole pagare per avere il tampone oppure no, in quanto ognuno deve essere padrone di conoscere il proprio stato di salute nei tempi e nei modi che lui decide».
Il medico, infine, mette in evidenza anche dei ‘vuoti’ della norma: «C’è un laboratorio che, tramite un’intervista su un noto quotidiano, ha ammesso di effettuare i tamponi anche ai privati cittadini ma solo per i residenti di altre regioni, in cui questo limite ai privati non esiste. Quindi – ragiona il dottor Gallo – questa norma è rivolta ai laboratori oppure vuole solo penalizzare i cittadini? Ad ogni modo si tratta, a mio avviso, di una strategia sbagliata. Pubblico e privato non devono essere nemici, ma devono collaborare soprattutto in momenti di emergenza sanitaria come questa dove c’è bisogno di tutte le risorse in campo».
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