Continua l’estate rovente, sul fronte migranti, in Sicilia. Estate in cui si sono registrati migliaia di sbarchi di clandestini sulle coste siciliane e che hanno creato notevoli difficoltà nella gestione dell’emergenza coronavirus e non solo. Nella notte altri 276 migranti sono arrivati a Lampedusa dove, nell’arco di otto ore, si sono registrati sette sbarchi. Persone che sono andate ad aggiungersi ai 250 arrivati, con sei imbarcazioni, ieri.
Fra hotspot e Casa della fraternità – locali della parrocchia gestiti dal sacerdote Carmelo La Magra nell’isola delle Pelagie – ci sono, al momento, circa 1.400 migranti. Gli sbarchi della notte sono stati composti da un minimo di 6 tunisini ad un massimo di 72 persone, compresi libici e subsahariani. Le imbarcazioni sono state, per la maggior parte, soccorse dalle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. C’è stato però chi – erano in 10 – è riuscito ad arrivare fino al molo Madonnina, mentre 72 sono stati rintracciati dai carabinieri dopo l’approdo a Cala Francese.
Migranti, a Trapani il sindaco vieta lo sbarco dalla nave quarantena
Intanto c’è confusione intorno alla gestione dei migranti già presenti in Sicilia. Ieri la nave quarantena ‘Aurelia’ della compagnia Snav partita da Lampedusa, con 273 immigrati a bordo, tra cui anche una ventina di positivi al Covid-19, giunta a Trapani nelle acque antistanti il litorale nord della città ha suscitato la dura reazione del sindaco, Giacomo Tranchida, che aveva emesso un’ordinanza per vietare lo sbarco dei migranti e del personale dell’equipaggio.
La nave, infatti, originariamente destinata al porto di Corigliano Calabro era stata successivamente ‘dirottata’ nella cittadina siciliana, dove già si trova un’altra nave quarantena, la ‘Azzurra’. Una scelta duramente criticata da Tranchida, che appresa ieri sera «per le vie brevi» la notizia dello spostamento di nave Aurelia ha disposto la revoca dell’ordinanza di divieto di sbarco emessa precedentemente, denunciando, però, la «maldestra gestione romana» della vicenda.
«Agli atti del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – dice Tranchida – la verità sulla maldestra gestione romana della nave Aurelia. Mi auguro che tale scivolone ne eviti altri per il futuro. Per me l’argomento è chiuso e preferirei utilizzare il mio tempo per occuparmi dei problemi della città di Trapani, sperando che altri non ne provochino ulteriori, invece di aiutare a risolvere quelli decennali esistenti», conclude.
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