Il 14 settembre prossimo è prevista la riapertura della scuola in Italia. Trentacinque giorni. Poco più di un mese (week end compresi) per attrezzare gli istituti scolastici italiani di tutti i sistemi di sicurezza necessari contro il contagio da Coronavirus e accogliere così milioni di bambini e ragazzi tra i banchi, monoposto o biposto che siano.
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«Evitare classi pollaio» è il diktat del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Una condizione non facile da seguire per le tante criticità degli istituti italiani. L’ultimo allarme è arrivato dall’Associazione Nazionale Presidi secondo cui sono circa 20mila le aule che dovranno essere allestite in spazi alternativi agli istituti in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico. Per oltre il 50% non sono ancora stati trovati gli spazi.
Le criticità sono a macchia di leopardo, ma si registrano maggiormente nelle grandi città come Roma. Riferisce l’Associazione nell’ultima stima effettuata. In considerazione dei dati, il numero di coloro che dovranno fare lezioni in luoghi alternativi alla propria scuola sarebbe aggiornato a 400mila alunni, circa il 5% del totale.
Scuola, Giachi: «Presto la pubblicazione di avvisi pubblici»
«Compatibilmente con le risorse disponibili, prevediamo presto la pubblicazione di Avvisi Pubblici in diversi Comuni, per il reperimento di spazi alternativi dove poter allestire le aule per ospitare le classi che dovranno fare lezioni nei luoghi alternativi al proprio istituto». Lo riferisce Cristina Giachi, responsabile Scuola dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), intervenuta in merito alle apposite risorse per gli Enti locali sull’affitto degli spazi aggiuntivi, previste nel decreto legge di agosto.
«Gli avvisi pubblici, in quanto tali, saranno aperti a tutti – ha aggiunto Giachi -. Laddove sarà necessario, oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, Bed & Breakfast e perfino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza».
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