La gip di Napoli Maria Luisa Miranda, aderendo alle richieste della Procura, ha disposto la trasmissione degli atti al Senato della Repubblica per l’eventuale autorizzazione all’uso di 21 conversazioni intercettate riguardanti il senatore Luigi Cesaro, indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sugli intrecci tra politica, camorra e imprenditoria a Sant’Antimo (Napoli), paese natale della famiglia Cesaro.
Le 21 conversazioni partirebbero dalle 9:37 del 22 ottobre 2016 ed arriverebbero fino al 14 febbraio del 2017. Lo scorso 26 marzo, il gip, accogliendo parzialmente le richieste degli inquirenti, ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari che hanno riguardato 59 indagati, tra i quali figurano anche tre fratelli del senatore Luigi Cesaro, quest’ultimo difeso dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino.
I magistrati della DDA avevano fatto anche istanza di arresto per il senatore, rigettata dal gip che si era riservato di prendere una decisione in relazione alla posizione del parlamentare «all’esito dell’eventuale autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ritenute rilevanti, secondo la procedura che verrà attivata da questo ufficio».
La richiesta della gip attiene una parte, minima, delle intercettazioni eseguite dalla Procura di Napoli nelle quali casualmente e indirettamente viene captato il senatore. In sostanza, il soggetto sottoposto a monitoraggio dall’ufficio inquirente guidato dal procuratore Giovanni Melillo non era direttamente il senatore Luigi Cesaro. Le conversazioni che vedono interlocutore il parlamentare Cesaro sono state ascoltate dagli investigatori attraverso le utenze telefoniche di altri indagati, tra cui figura anche il fratello del senatore, Antimo Cesaro.
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