Migranti positivi al Coronavirus in Calabria, Santelli: «Il Governo intervenga oppure vieterò gli sbarchi»

di Redazione

Sono 26 i migranti, tra i 68 sbarcati nella serata di sabato scorso nel porto di Roccella Ionica, ad essere risultati positivi al coronavirus a seguito del primo test rinofaringeo eseguito a Reggio Calabria. Di questi 13 sono stati accolti ad Amantea (Cs), 8 a Bova Marina (RC) e 5 a Roccella Jonica (RC) in strutture dedicate che sono state individuate dalla Prefettura.

Ad Amantea, dopo l’arrivo di 24 migranti, di cui i 13 positivi al coronavirus, si sono vissuti momenti di tensione con alcuni cittadini che hanno bloccato la statale 18 per protestare contro il trasferimento. Per calmare le proteste, una riunione di coordinamento alla Prefettura di Cosenza, estesa alla partecipazione delle Forze armate e del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha deciso che la struttura che li ospita sarà sorvegliata 24 ore su 24 dai militari dell’operazione strade sicure di stanza a Cosenza.

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«Le regole di ingaggio – si legge in una nota – definite dalle forze dell’ordine sono di non consentire l’uscita degli ospiti dal centro migranti. Solo il personale medico autorizzato, o quello destinato al vettovagliamento, potrà entrare. Nel centro inoltre è stata assicurata la costante sorveglianza sanitaria da parte di apposito presidio medico e di unità specialistiche, che già da ieri, all’arrivo dei migranti, stanno effettuando i necessari controlli e monitoraggi».

Intanto avviata dal ministero dell’Interno, insieme a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti una procedura d’urgenza per individuare in tempi rapidi una seconda nave da destinare come struttura per lo svolgimento del periodo di quarantena dei migranti sbarcati in Italia. Si apprende anche che sono stati rafforzati i presidi di sorveglianza delle strutture attualmente utilizzate per l’isolamento dei migranti.

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Migranti, Santelli: «Requisire unità navali per la quarantena»

Jole Santelli, governatrice della Calabria, ha lanciato un appello al Governo chiedendo «di intervenire, adottando misure volte a evitare che gli immigrati vengano gestiti, da un punto di vista sanitario, solo dopo il loro sbarco a terra. L’unica soluzione in grado di evitare pericoli per la salute della popolazione calabrese non può che essere quella di procedere alla requisizione di unità navali, da dislocare davanti alle coste della regione italiane maggiormente interessate dagli sbarchi, a bordo delle quali potranno essere svolti i controlli sanitari sugli immigrati e potrà essere assicurata, in caso di positività, l‘effettuazione del periodo di quarantena obbligatoria».

«Mi aspetto – ha continuato la governatrice – una risposta rapidissima da parte del Governo e avverto che, in caso contrario, non esiterò ad agire, esercitando i miei poteri di ordinanza per emergenza sanitaria, vietando gli sbarchi in Calabria. Voglio evitare un braccio di ferro con il Governo, ma ho l’obbligo di difendere i calabresi e chi ha scelto di passare in Calabria le proprie vacanze» ha concluso.

Wanda Ferro: «Occorre impegno straordinario»

Wanda Ferro
L’onorevole Wanda Ferro

Il deputato di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, ha annunciato un’interrogazione al presidente del Consiglio Conte, al ministro dell’Interno Lamorgese e al ministro della Salute Speranza sullo sbarco a Roccella Jonica. «Gli italiani – spiega – non hanno sopportato i lunghi mesi di lockdown per vedere vanificati i loro sacrifici dall’apertura incontrollata dei porti. I calabresi hanno contenuto il diffondersi dell’epidemia con il rispetto delle regole, e ora vedono i loro confini spalancati a chi proviene da paesi in cui sono presenti vasti e pericolosi focolai».

«La Calabria – sostiene la parlamentare di FdI – è sempre stata terra di accoglienza, ma deve continuare a proteggere il proprio fragile sistema economico e sanitario dalla minaccia del coronavirus e non può essere sacrificata sull’altare delle battaglie ideologiche. Come ha rimarcato l’assessore al Turismo Orsomarso, essere una regione libera dal covid ha consentito alla Calabria di proporsi come meta turistica sicura, con riscontri incoraggianti in termini di presenze e prenotazioni».

Secondo Ferro, «il turismo è linfa vitale per l’economia regionale, ma se si trasforma la Calabria nel pre-triage covid dell’Europa ogni sforzo delle istituzioni, degli imprenditori e dei cittadini sarà mandato in fumo. Occorre un impegno straordinario per controllare le coste e impedire gli sbarchi di soggetti positivi al coronavirus che rischiano di fare esplodere una pericolosa ondata dell’epidemia, che – conclude la parlamentare di FdI – rappresenterebbe un colpo letale per le regioni del Sud».

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