Ci sono volute quasi due settimane ma alla fine l’invito alle forze di Centrodestra da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato. Il primo annuncio era arrivato prima degli Stati generali dell’Economia di villa Pamphili, quando Conte aveva messo in agenda per venerdì l’incontro con i rappresentanti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Indice Articolo
- Meloni-Salvini-Tajani disertano l’invito di Conte a villa Pamphili
- Giorgia Meloni a Conte: mandaci i documenti
- Lega pronta a illustrate ricette Centrodestra
- Berlusconi: Forza Italia consegnerà corposo dossier
- Faraone (Iv): in settimana chiudiamo dl Semplificazioni
- Conte: dl semplificazioni indispensabile per modernizzare l’Italia
Meloni-Salvini-Tajani disertano l’invito di Conte a villa Pamphili
Invito a cui avevano risposto di no. O meglio Tajani e Salvini alla fine si erano fatti convincere da Giorgia Meloni che fin dal primo momento aveva rispedito al mittente l’invito di Conte. Motivazione? Villa Pamphilj non è la sede istituzionale del governo, cioè siamo disponibili a confrontarci ma purchè sia a Palazzo Chigi.
E così gli Stati generali registrarono la pesante defezione dell’opposizione. E allora il premier Conte nella conferenza stampa conclusiva reiterò l’invito ma stavolta alle singole forze politiche e non al Centrodestra nella sua interezza. Anche stavolta un no da Meloni-Salvini-Tajani ma ad incontri separati, confermando però la disponibilità a vedersi.
Passano i giorni e l’invito non arriva. Peraltro nemmeno uno straccio di Recovery plan. Fino a ieri sera quando sia dall’entourage della Meloni, di Salvini e di Tajani confermano l’arrivo dell’invito.
Giorgia Meloni a Conte: mandaci i documenti
Subito però Giorgia Meloni chiarisce: «Ho ribadito che siamo disponibili ma visto che ci dobbiamo vedere gli ho chiesto cortesemente di mandarci i documenti che hanno elaborato dopo 10 giorni di Stati generali. Così non parliamo del sesso degli angeli ma di cose concrete».
Lega pronta a illustrate ricette Centrodestra
Anche dalle parti di via Bellerio si conferma l’arrivo della lettera, precisando che: «Matteo Salvini, come già chiarito nelle ultime settimane, è pronto a collaborare e a ribadire molte proposte costruttive al governo. Salvini attende l’invito del Presidente del Consiglio per illustrare le ricette del centrodestra insieme agli altri leader dei partiti di opposizione».
Berlusconi: Forza Italia consegnerà corposo dossier
E di proposta parla anche Forza Italia che per bocca di Silvio Berlusconi, non più in ‘esilio’ in Provenza ma in Italia, spiega che «Forza Italia è naturalmente, come sin dall’inizio della crisi, disponibile al confronto: parteciperà all’incontro insieme a Lega e Fdi e consegnerà al governo un corposo dossier di proposte ideate per far ripartire il Paese e per utilizzare al meglio le ingenti risorse europee messe a disposizione dell’Italia».
Ora manca soltanto la data per l’incontro, visto che nella missiva di Conte non era indicata la data. Ora bisognerà che le agende si incrocino ma è probabile che l’incontro sarà all’inizio della prossima settimana dato che, soprattutto a Palazzo Chigi, l’agenda è fitta di impegni. A cominciare da questa mattina.
Faraone (Iv): in settimana chiudiamo dl Semplificazioni
Infatti, alle 9.30 la maggioranza si vedrà nuovamente per continuare il lavoro sul dl Semplificazione. Non sono bastate due riunioni, ma questa di oggi potrebbe essere quella decisiva. E’ stato chiaro il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, uscendo da Palazzo Chigi: «Ci siamo aggiornati a domani (oggi ndr.) alle 9.30, poi il pomeriggio ci sarà il pre-Consiglio. Tra domani e dopodomani ci sarà quindi il Cdm».
Conte: dl semplificazioni indispensabile per modernizzare l’Italia
Ancora da sciogliere il nodo dell’abuso di ufficio e del danno erariale, con i renziani che vorrebbero stralciare queste norme dal dl e insieme a M5s spingono sui commissari per le opere pubbliche mentre Pd e Leu frenano.
Ma Conte punta tantissimo a questo provvedimento, tanto che nel corso del question time alla Camera ha spiegato: «Tra gli strumenti per rilanciare la crescita vi è senz’altro il decreto semplificazioni, che ritengo indispensabile per modernizzare l’Italia e far correre tutto il Paese. Ed è per questo che in queste ore ci stiamo confrontando in maniera costruttiva per trovare una soluzione».
A dispetto dell’ottimismo di Conte il clima nella maggioranza rimane pesante e in particolare su questo provvedimento. A molti non è piaciuta la ‘manina’ che ha inserito nelle pieghe del provvedimento il condono. Tanto che Matteo Renzi si prende il merito di averlo tolto: «Di chi fosse la manina» che ha inserito il condono «non ne ho idea di chi la manona che l’ha tolta è anche la nostra. Di tutto sentiamo il bisogno tranne che di un condono».
Un’operazione che ha rafforzato i sospetti di chi nella maggioranza da tempo punta il dito contro l’eccessivo protagonismo e l’autoreferenzialità dello stesso Conte, il quale di contro continua ad ostentare sicurezza soprattutto sui numeri al Senato e sulle voci di un’opa di Salvini sui Cinquestelle: «Francamente la mia preoccupazione non è l’attività che fanno altri per acquisire altri parlamentari. Il fatto che nei giorni scorsi si è perso un senatore non mi fa piacere, è ovvio. Ma i numeri ci sono ancora. Confido nel senso di responsabilità anche perché stiamo lavorando per creare le premesse per rendere ancora più efficace il piano di rilancio».
E intanto si deve registrare il passaggio di un senatore di Forza Italia, Vincenzo Carbone, ad Italia Viva. Un voto in più a Palazzo Madama per il governo. La notizia però non è tanto nel voto guadagnano dalla maggioranza, quanto piuttosto il fatto che ad aver detto addio a Forza Italia sia un senatore vicino a Luigi Cesaro. Al punto che qualcuno dice che questo è il primo effetto del ‘passo di lato’ di Armando Cesaro dalle elezioni regionali in Campania.
Comunque per Conte l’appuntamento in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo è previsto tra due settimane, mercoledì 15 luglio, anche se non si prevedono grosse sorprese visto che il Mes non dovrebbe essere oggetto della discussione in Aula.
E a scanso di equivoci, e soprattutto di sorprese, la maggioranza ha già depositato un testo di risoluzione. Un’iniziativa quanto mai anomala, visto che di solito si ascoltano prima le comunicazioni del presidente del Consiglio e poi si presentano le risoluzioni. Della serie qualunque cosa dirai noi saremo d’accordo.