Fase 3, Stancanelli (FdI): «Sud, Il rischio di ‘bombe sociali’ preoccupa»

di Redazione

«Mi auguro di sbagliare, ma al momento, ci sono tutti i presupposti che possano ‘esplodere bombe sociali‘ soprattutto al Sud. Al di là delle “fasce” garantite di popolazione, c’è tantissima gente che da settembre-ottobre prossimi non avrà da lavorare e non saprà come portare soldi a casa». A sostenerlo, il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Raffaele Stancanelli.

Intervistato dall’Adnkronos, l’ex senatore auspica «che non ci sia alcuna ‘bomba sociale’ ma il governo ce la sta mettendo davvero tutta perché si verifichino. Quando, centinaia di migliaia di aziende, piccole aziende, ristoratori, artigiani, commercianti e imprenditori non apriranno, la situazione diventerà un problema serio. Mi auguro ci sia una svolta ma senza questa, può succedere di tutto». «Il premier Conte – evidenzia ancora Stancanelli – si è convinto che attraverso la crisi sanitaria poteva assurgere a ‘padre della patria’ sparando ogni sera a reti unificate tutte quelle cose che abbiamo sentito e che non si sono tramutate in concretezza».

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«In questi ultimi giorni – continua l’esponente di FdI- ci sono stati gli ‘stati generali’ e ha detto che a settembre «faremo un programma». A settembre? Ma già nello scorso mese di marzo in Inghilterra, in Francia, negli Usa e in Germania imprenditori e non, hanno avuto nel conto corrente quello che era stato stabilito mentre in Italia ancora ne parliamo…».

Parlando del suo partito, Stancanelli ricorda poi che «oggi i sondaggi ci accreditano tra il 14 ed il 16% e se è vero che non viviamo di sondaggi, i dati reali dicono che dalle ultime europee ad oggi, Fratelli d’Italia ha avuto una avanzata enorme. A livello di coalizione c’è unità di intenti a livello programmatico poi ci sono diverse sensibilità che in una coalizione sono importanti, sennò saremmo un solo partito».

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Secondo Stancanelli «nel centrosinistra invece sono in contrapposizione su tutto. Una cosa è far parte di una coalizione e rappresentare diverse sensibilità, e questa è una ricchezza. Altro è costituire un governo tra partiti antitetici, governare e non rappresentare nessuna esigenza. Ed è quello che stiamo vedendo oggi in Italia». Per l’ex sindaco di Catania «non c’è un tema che sia uno, in cui Pd e M5S siano d’accordo. Sono d’accordo solo su una cosa: rimanere al governo ed impedire agli italiani di andare a votare per scegliere o il centrodestra o il centrosinistra».

«Anche nella precedente esperienza del breve governo Lega-M5S – conclude – noi di Fratelli d’Italia pur ripetutamente invitati a farne parte, rifiutammo coerentemente, pur votando determinate proposte che condividevamo».

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