Omofobia. FdI: «Proposta Zan è pericolosa e grave. E’ arma di repressione di ogni forma di dissenso»

di Redazione

«La proposta di legge Zan sulla cosiddetta ‘Omotransfobia’ è un testo vago ma pericoloso e suscettibile di gravità. In particolare, istituisce una nuova fattispecie di reato, quello di ‘omofobia’ che non riceve una definizione legislativa precisa, lasciando così ampi spazi interpretativi e discrezionali alla magistratura ed apre quindi la strada a derive liberticide. Sostanzialmente il rischio concreto è quello di limitare la libertà di espressione e di introdurre il reato di opinione, colpendo chiunque dissenta rispetto ad alcuni ‘dogmi’ in materia di identità sessuale e di genere o, più semplicemente, chi sostiene – ad esempio – che un bambino ha bisogno di una madre e di un padre o che la pratica dell’utero in affitto sia barbarica e abominevole».

Lo dichiarano la senatrice Isabella Rauti – responsabile dipartimento di Fratelli d’Italia ‘Pari opportunità, famiglia, valori non negoziabili’ – e l’onorevole Carolina Varchi – capogruppo FdI in Commissione giustizia alla Camera dei Deputati.

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Omofobia, FdI: «Molte le voci critiche»

«Sono molte – spiegano – le voci critiche che si sono sollevate contro questa pdl; ha espresso preoccupazioni la Conferenza Episcopale Italiana ma non sono mancate le polemiche di una parte del mondo LGBT e del movimento femminista, oltre gli interventi e le iniziative di protesta lanciate dalle Associazioni cattoliche e dai gruppi ‘Pro Life’. Il punto è che non c’è nessun vuoto legislativo da colmare perchè nel nostro ordinamento sono già – giustamente e doverosamente – previsti strumenti legislativi finalizzati al contrasto di atti discriminatori basati sull’orientamento sessuale e la proposta Zan quindi appare più come un’arma di repressione di ogni forma di dissenso che uno strumento di difesa del mondo LGBT».

«Inoltre, si evidenzia che le intenzioni di rafforzare strenuamente le tutele per gay e trans rappresenti una discriminazione rispetto ad altri soggetti individuati, secondo le normative europee, come ‘vulnerabili’, ovvero categorie o gruppi sociali a rischio di discriminazione come gli anziani, i diversamente abili e le minoranze religiose. Inoltre la Commissione giustizia della Camera non ha ancora ricevuto il testo che oggi sarà addirittura presentato alla stampa prima che nelle competenti sedi parlamentari, a dimostrazione di un furore ideologico che anima i promotori di questa proposta e che riteniamo inaccettabile» conclude la nota.

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