Carceri, presunti pestaggi dopo una rivolta: agenti indagati. Meloni: «In un Paese normale verrebbero puniti i rivoltosi. In Italia la polizia»

Luciano Schifone: «Totale solidarietà ai poliziotti»

di Redazione

Momenti di tensione, questa mattina, al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) tra carabinieri e agenti penitenziari in seguito a un’operazione di polizia giudiziaria su ordine della locale Procura nell’ambito di un’indagine sui presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile nell’istituto di pena, dopo una accesa protesta verificatasi qualche giorno prima, in piena emergenza sanitaria. Gli indagati sarebbero 44. Tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. In carcere sono presenti i vertici della Procura di Santa Maria. Alcuni agenti sono saliti su un tetto del carcere per protestare contro le modalità adottate dalla polizia giudizaria e dalla Procura per notificare gli avvisi .

«In una Nazione normale lo Stato, all’indomani delle rivolte nelle carceri, organizzate dalla criminalità organizzata, avrebbe agito tempestivamente e punito in maniera esemplare i responsabili, con processi per direttissima e revoca di massa dei benefici penitenziari come chiesto da Fdi». Lo ha affermato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia

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«In Italia – continua – invece arrivano incredibilmente e vergognosamente gli avvisi di garanzia alla Polizia Penitenziaria. E cosa grave, il compito di notificarli viene affidato ad un altro Corpo dello Stato, i Carabinieri. Fratelli d’Italia esprime solidarietà agli agenti della Polizia Penitenziaria, ai Carabinieri e a tutte le nostre forze dell’ordine che, con mezzi inadeguati, difendono la libertà e la nostra sicurezza. Ricorderemo anche per questo indegno epilogo delle rivolte nelle carceri Alfonso Bonafede ministro della Giustizia».

Schifone: «Fra guardie e ladri, i magistrati non sembrano stare con le guardie»

Schifone contro liste De Luca
Luciano Schifone

«Totale solidarietà ai poliziotti» è stata espressa anche dall’onorevole Luciano Schifone, dirigente nazionale di Fdi «indagati per aver domato le rivolte dei delinquenti». «Per di più – continua Schifone – esposti al pubblico ludibrio con notifiche in carcere davanti a telecamere e parenti dei detenuti! Siamo davvero all’eversione dei valori più elementari: fra guardie e ladri, i magistrati non sembrano stare con le guardie»

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