Feltri: «Se nomini il Sud, ti massacrano, se insulti il Nord…». Continua la guerra contro il Mezzogiorno

di Mimmo Della Corte

Istituiamo il seminatore d’odio? Nel caso, non sarebbe difficile scegliere a chi assegnarlo. In questo campo, Vittorio Feltri, direttore di Libero non ha rivali. Soprattutto nei riguardi del Mezzogiorno e dei meridionali, sui quali, scarica camionate di fango velenoso, puzzolente ed offese a gogò. Certo, dopo l’ultima intemerata nel corso della puntata di “Fuori dal Coro” del 21 aprile scorso: «I meridionali, non soffrono di complessi d’inferiorità, ma sono inferiori», il presidente, Carlo Verna e l’Ordine dei Giornalisti, hanno avviato nei suoi confronti un’azione legale «per danno d’immagine».

Libero FeltriPoco più di un mese dopo, però, il Lombroso anni tremila è andato oltre e – collaborato da Renato Farina «Tutti odiano la Lombardia, nessuno odia il Mezzogiorno» e Lorenzo Mottola «Giù le mani sporche da Fontana»- ha licenziato una prima pagina «Attacco al potere economico» in difesa del governatore della Lombardia, ma tutta antimeridionale e firmato un editoriale dal titolo decisamente significativo e pieno di cianuro: «Se nomini il Sud, ti massacrano, se insulti il Nord…».

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E nell’intervallo – magari, per evitare che l’attesa si facesse troppo lunga – fra il 21 aprile e il 9 giugno, il 4 scorso, con la complicità della reggina Azzurra Barbuto «Un governo di meridionali che non fanno nulla per il Sud» (e lasciamo andare la grammatica, per la quale due negazioni insieme affermano, per cui se «non fanno nulla», vuol dire che «qualcosa» fanno, ndr) ha inferto un ennesimo colpo al Mezzogiorno, per altro facendolo dire (in maniera che nessuno potesse parlare d’inimicizia per il Sud, ndr) a una meridionale.

In verità, anche in questo caso, nel merito, sono d’accordo. Tant’è che personalmente l’ho sottolineato tantissime volte. Ma in questa nota , ‘il merito’ non conta. Era soltanto il modo di far notare che i meridionali sono talmente incapaci che, pur stando al governo, non sono in grado di fare alcunché per lo sviluppo dell’Italia del tacco.

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E anche stamattina l’attacco al Sud di Feltri è continuato

E, la cosa si è ripetuta anche questa mattina, approfittando della retata a Sant’Antimo che vede coinvolti anche il senatore di FI, Luigi Cesaro e i suoi tre fratelli, ‘Libero’ ha dedicato altre tre pagine di offese ed accuse a Napoli, perché secondo Renato Farina «la camorra è il cancro d’Italia ma tutti infamano la Lombardia» e «lo sport nazionale è attaccare Fontana».

Orbene, personalmente, come lui – e come me tanti altri meridionali – sono convinto che gli attacchi a Fontana siano il frutto dell’odio prodotto da una sinistra contro il centrodestra cui, da un lato chiede collaborazione, dall’altro, però, si guarda bene dal prenderne in considerazione consigli. E laddove i suoi leader – consapevoli che invitarli a partecipare serve solo a scaricare su di loro, pur avendone ignorato le proposte, le colpe dei fallimenti che ne sono conseguiti – rifiutano di sedersi a quei tavolacci, vengono accusati di scarsa collaborazione e incapacità.

Ma cosa c’entra tutto questo con i meridionali? Il fatto che – come sostiene nell’editoriale di oggi – «contro questa regione pilota, provenienti dal meridione, sono stati lanciati strali velenosi. Un pestaggio senza precedenti che colpisce i polentoni quasi fossero delinquenti oltre che untori indefessi»? Può darsi, ma allora faccia i nomi di chi straparla, perché è facile, troppo facile, sparare nel mucchio e, poi, difendersi accusando di essere stati istigati dal mondo.

A cominciare da quello meridionale, dimenticando che le accuse contro Fontana non salgono solo da sotto il Garigliano, ma anche da sopra e sono la conseguenza di quanto è successo, e del fatto che la Lombardia non riesca ancora a venir fuori dall’emergenza e della tantissime denunce all’autorità giudiziaria avanzate dai familiari delle vittime.

Piuttosto che continuare a prendersela con il Sud, Feltri faccia capire ai suoi corregionali che – come ha sostenuto la procuratrice facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota, ai microfoni della Rai – l’istituzione della zona rossa nella Bergamasca avrebbe dovuto essere «una decisione governativa, da quel che ci risulta» e forse, ma non è certo, visto che quelle accuse sono assolutamente strumentali, qualcosa cambierà.

Tanto più che, quando il Sud protesta per lo strabismo antimeridionale che lo ha ridotto nelle condizione attuali (e personalmente sono d’accordo), non si scaglia contro i settentrionali, bensì i governi che dal 1861 ad oggi hanno governato questo Paese, «spugliann ‘a Maria e vestenn ‘a Gesù». Anche perché, non sarebbe giusto prendersela con il Nord, se la sua classe dirigente è stata migliore e più attenta al proprio territorio che non quella del Sud.

E a proposito, caro Feltri, personalmente ho visto e sentito quello che lei ha detto a “Fuori dal Coro” il 21 aprile, e le assicurp che quella offerta da lei, su Libero di ieri, nella terminologia usata è la stessa, ma nella ricostruzione fraseologica no. Chieda a Giordano un copia della registrazione originale e si renderà conto di ciò che ha effettivamente detto.

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