Centrodestra in piazza, ieri 2 giugno, per protestare contro un governo che nell’emergenza economica del Coronavirus ha saputo solo distribuire mance e mancette, a destra e a manca, senza affrontare nel merito nessuna problematica. Eppure sono tante. Grandi e piccole imprese in crisi di liquidità. Partite iva che avanzano a passo spedito verso il fallimento. Comparto turistico in ginocchio.
Il mondo Giustizia completamente paralizzato se non per qualche sparuto tentativo di normalizzazione con udienze-farsa che rasentano il ridicolo per le mille difficoltà dovute nella gestione di una modalità a distanza difficile da attuare senza investimenti. In piazza ieri c’erano anche gli avvocati che, muniti di toga, hanno voluto urlare la loro protesta verso un governo e un ministro che fino a ora ha fatto solo proclami, creato guai ma niente di più. A Napoli in piazza c’erano tra gli altri anche gli avvocati Giovanni Bellerè, Giuseppe Molfini e Luigi Manna.
«Il comparto della giustizia è piombato nel più assoluto ed incredibile caos» è il commento di Marta Schifone, responsabile nazionale del dipartimento Professioni di Fratelli d’Italia. «In questa fase due non esiste una ripartenza, è inaccettabile che i cittadini italiani debbano aspettare ancora chissà quando per vedere ristabilito un diritto essenziale e sancito dalla costituzione. L’avvocatura è in ginocchio e da settimane urla il suo grido di dolore e rabbia, inascoltato purtroppo da un esecutivo inadeguato ed impreparato».
«Aule deserte, processi rinviati, è ripartito tutto tranne la giustizia» è uno dei messaggi più assidui sui cartelli esposti dai protestanti per accendere la luce su di un settore in grossissima difficoltà. Un settore, quello della Giustizia, che dovrebbe essere un baluardo per qualsiasi Stato civile ma che in Italia sembra il frutto dell’approssimazione.