La manifestazione del centrodestra del 2 giugno? Cercare alla voce successo. In tutta Italia la mobilitazione, con tanto di distanziamento sociale di sicurezza, che Meloni-Salvini-Tajani avevano organizzato per dare voce ai tantissimi italiani lasciati soli dal governo si è rivelata una mossa azzeccatissima. Dovunque grande seguito con tantissime bandiere tricolore, inno nazionale e gente che finalmente manifestando ha potuto ritrovare quei diritti per così tanto tempo limitati.
E indice di quanto il centrodestra abbia centrato l’obiettivo è stato il silenzio, quasi imbarazzato, degli esponenti del centrosinistra i quali come unico argomento per uscire dall’angolo nel quale si erano cacciati è stato quello degli assembramenti, della folla e dell’eccessiva partecipazione alle iniziative organizzate in tutta Italia da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. E viene da chiedersi da quando la partecipazione a una manifestazione è diventata una colpa.
Sì, è vero, siamo ancora in una fase di convalescenza, con il virus che almeno al Nord Italia continua a far sentire la sua feroce presenza. Ma è lecito domandarsi se il problema delle manifestazioni e degli assembramenti non valesse anche in occasione del 25 aprile, quando fu fatta un’eccezione, forse sarebbe meglio dare un robusto strappo, alla legge. E addirittura anche per consentire all’Anpi di partecipare alle celebrazioni. Che il virus, che senza dubbio ad aprile circolava in maniera più massiccia rispetto a ieri, non contagiava chi cantasse e ballasse ‘Bella ciao’?
E che dire degli assembramenti per accogliere sempre ieri a Codogno il presidente della Repubblica? Ecco perché le polemiche imbastite ieri dagli esponenti della maggioranza appaiono quantomeno risibili. Dal capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci che ha parlato di «manifestazione penosa» a Vito Crimi, capo politico del M5S, che punta il dito contro il centrodestra colpevole di aver «macchiato il 2 giugno» tra «insulti al presidente della Repubblica, offese al presidente del Consiglio, assembramenti, saluti fascisti».
Come detto, sotto c’è l’imbarazzo della maggioranza che a denti stretti e in privato è costretta ad ammettere che ieri quella firmata dal centrodestra in 100 piazze italiane è stata una bella pagina di storia. Di piazza e d’Italia. Non si era mai visto un 2 giugno così partecipato, così ricco di tricolori, di inno di Mameli e soprattutto di gente che festeggiasse per strada. Di solito questa giornata si riduceva a un grigio protocollo con sfilata militare, autorità sul palco e tanto cerimoniale.
Invece, la manifestazione del centrodestra nel giorno del compleanno della Repubblica ha ridato agli italiani la loro sovranità. O almeno una parte, perché per quella suprema, e cioè il voto, bisognerà ancora attendere. Ma almeno ieri grazie a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia la gente ha potuto per la prima volta appropriarsi di una festa in cui tutti possono rivedersi e non dividersi. E quanto ampia risulta la differenza con il 25 aprile, festività così divisiva e da sempre connotata da uno strascico di polemiche e nella quale la sinistra si erge a giudice per stabilire chi sia degno di parteciparvi e chi no.
Una grande festa di popolo che ha visto finalmente gli italiani uniti e raccogliersi attorno a quei valori che da sempre connotano una grande Nazione e cioè la propria bandiera, il proprio inno nazionale e i valori su cui di edifica il proprio Stato. E chissà che questa iniziativa, nata in maniera estemporanea, non possa diventare un appuntamento ricorrente ogni anno. Sarebbe senza dubbio questo il miglior lascito della drammatica vicenda del Covid-19.
Proprio per questa ragione il nostro giornale ha deciso di dare grande spazio, ospitando le immagini e i video delle iniziative che si sono svolte in tutte le principali città italiane proprio per dare testimonianza del grande senso di unità e di Nazione che si è respirato ieri. Tutti uniti da un unico ideale tricolore che da Nord a Sud, da Est o Ovest ha unito l’Italia. Per questo continuate a inviarci via social o alla nostra mail (redazione@ilsud24.it) le vostre foto e video.
E lo ha detto bene Giorgia Meloni che a Roma, insieme a Matteo Salvini e Antonio Tajani, ha guidato il corteo di piazza del Popolo srotolando il tricolore di 500 metri: «Questa è anche la nostra festa ed abbiamo il diritto di manifestare anche noi in sicurezza. E sono felicissima che con questa manifestazione la sinistra abbia scoperto il 2 giugno».
Una festa che ha sì avuto Roma come epicentro ma che si è diffusa dovunque. A Milano al centro di piazza Duomo grandi strisce tricolore e tutti i manifestanti con bandierine, coccarde, bandiere con il tricolore. E poi i cartelli con le richieste per la ripartenza: «il tempo è scaduto è l’ora dei fatti», «pace fiscale stop alle cartelle», «aiuti veri per commercianti, artigiani e partite Iva», per citarne solo alcuni.
A Genova in piazza Pertini con palloncini tricolore oltre 200 persone tra rappresentanti politici, commercianti e comuni cittadini, alcuni con cartelli contro la burocrazia e a favore della flat tax.
Nelle Marche ad Ancona la manifestazione è coincisa con l’inizio della campagna elettorale per le Regionali: piazza Cavour piena di gente e tricolori sventolanti, con il candidato governatore, Francesco Acquaroli.
In Puglia a Bari, Lecce e Taranto per protestare contro le politiche del governo e chiedere «più sostegno ai lavoratori, alla classe media che sta scomparendo» dove gli esponenti di FdI, FI e Lega hanno srotolato uno striscione lungo 50 metri sulle note dell’inno di Mameli che accompagnavano le manifestazioni.
A Firenze circa 600 persone hanno partecipato al piazzale Michelangelo alla manifestazione ‘Orgoglio italiano’ promossa dal centrodestra, che si è svolto in contemporanea con iniziative anche ad Arezzo, Follonica (Grosseto) e Viareggio (Lucca).
In Campania in tutti i 5 i capoluoghi di provincia si sono svolte iniziative. I cittadini e le categorie si sono divise tra Napoli, Salerno, Benevento, Avellino e Caserta per sventolare tricolori e chiedere che si dia finalmente spazio ad una nuova classe dirigente che sappia interpretare i bisogni degli italiani. Infatti, a settembre toccherà anche ai campani scegliere il nuovo governatore.
Anche a Catanzaro, come in altre città italiane, il centrodestra è sceso in piazza per manifestare contro il governo. Nella centrale piazza Matteotti tantissime bandiere e palloncini di colore tricolore accompagnavano le note dell’Inno di Mameli.
A Perugia bandiere tricolore, mascherine e distanziamento in piazza della Repubblica per chiedere «soluzioni concrete all’emergenza economica causata dall’epidemia di coronavirus, in particolare per le imprese e le attività commerciali». Nessun palco allestito e nessun intervento in programma ma tanti manifestanti che hanno intonato l’inno d’Italia e silenziosamente hanno mostrato alcuni cartelli con l’hashtag #primagliitaliani, ‘Burocrazia zero e poteri ai sindaci’, ‘Pace fiscale e stop cartelle’, ‘Flat tax e fiducia alle imprese’ e ‘Stop sanatoria clandestini’.
In Trentino dove a Trento gli esponenti provinciali e nazionali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono scesi per protestare contro il Governo e chiedere nuovi aiuti a favore delle famiglie e dell’economia.
Nella Sicilia da Messina a Trapani e ancora a Palermo, Catania, Siracusa e nelle altre province siciliane tanti deputati nazionali e regionali, esponenti delle associazioni di categoria di commercianti e imprenditori distanziati e con le mascherine tricolori attorno a tante bandiere tricolori per chiedere aiuti ad imprese e alle attività commerciali.
In Emilia Romagna a Bologna una bandiera tricolore lunga cento metri, srotolata in Piazza Maggiore, e l’Inno di Mameli cantato dagli esponenti di Fratelli d’Italia. E davanti a San Petronio, flash mob del centrodestra sventolando bandiere ed esibendo cartelli per chiedere, dopo il lockdown, misure urgenti al Governo a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese.
In Abruzzo L’Aquila è stata scelta da Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia tra le 100 piazze per manifestare contro il governo Conte, dove si sono ritrovate circa 300 persone, mantenendo il distanziamento sociale, indossando le mascherine, molte tricolori, e sventolando bandiere.
E anche in Sardegna tanta partecipazione dove a Cagliari il centrodestra si è ritrovato in piazza per dare voce «all’Italia che non si arrende». «Pace fiscale e stop cartelle», «Aiuti veri per commercianti, artigiani e partite Iva», «Stop sanatoria clandestini», «Flat tax e fiducia alle imprese», i titoli dei manifesti tra le mani delle oltre trecento persone nella terrazza Umberto I del Bastione Saint Remy che hanno dato vita a un flash mob.
A Mestre dove in piazza Ferretto tanti partecipanti con mascherine tricolori hanno srotolato una bandiera italiana lunga 25 metri.
A Torino, invece, 100 auto “tricolori” hanno invaso corso Francia per protestare contro il governo Conte nonostante i divieti. Una manifestazione organizzata da Gioventù Nazionale Torino, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, che ha percorso corso Francia, da Rivoli a Torino, con bandiere tricolori al vento e colpi di clacson. Mentre a piazza Castello si sono ritrovati tantissimi manifestanti con bandiere e cartelli «Pace fiscale e stop cartelle», «Tempo scaduto, è l’ora dei fatti», «Stop sanatoria clandestini».
Ecco le tante storie del 2 giugno 2020, storie di un’Italia che uscita dal lockdown vuole, sì protestare contro il governo che ha abbandonato cittadini e categorie professionali, ma allo stesso tempo ha anche tanto bisogno di un focolare di valori attorno al quale riunirsi. E il miglior augurio che possiamo fare a tutti gli italiani è di darci già da adesso appuntamento per il prossimo anno in altre 100 piazze italiane per festeggiare il compleanno della Repubblica italiana.