In poco più di due minuti di intervista, rilasciata a Rainews24, il sindaco Luigi De Magistris ne ha per tutti. Attacca il governo, il premier e anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Secondo Luigi De Magistris «all’inizio tutti noi sindaci ci siamo stretti attorno al presidente del consiglio, ne abbiamo apprezzato anche toni e contenuti» ma a oggi il bilancio dopo 4 mesi «è di inadeguatezza rispetto ai contenuti che ha messo in campo per affrontare, non tanto la questione sanitaria, su cui ci sarebbe tanto da dire, ma proprio quella sociale ed economico».
«Il presidente – continua il primo cittadino di Napoli – del consiglio un giorno usò un termine che apprezzai: “i sindaci sono le sentinelle del territorio”. Aggiungo io sono la prima linea di una guerra tra l’altro così complicata. Il generale Conte ha lasciato le sentinelle da sole, non le ha ascoltate, le ha abbandonate e così un generale la perde la guerra».
Guerra che è soprattutto economica come spiega Luigi de Magistris: «Servono risorse economiche. Pensi che Napoli ha incassato, in questi quattro mesi, 300 milioni in meno. Il governo ha annunciato che ci darà tra qualche giorno 12 milioni. E’ un miracolo se lei uscendo per Napoli vede che ancora sono garantiti i servizi. Ma lo stesso vale per Firenze. vale per Palermo e per le altre città».
«Nella prima parte i sindaci hanno avuto un senso di responsabilità istituzionale e politica talmente grande che hanno consegnato le loro prerogative con una delega in bianco al capo del governo» sottolinea.
Prerogative che ora de Magistris vorrebbe riottenere, acquistare più poteri, decidere in prima persona come far ripartire Napoli, come ha già ripetuto più volte. «Adesso – spiega – che è finita la fase del lockdown noi ci troviamo nelle condizioni secondo alcuni che siamo una via di mezzo tra gli amministratori di condominio, gli esecutori testamentari di una cronaca di una morte annunciata, ufficiali di governo, vice sceriffi. In qualche caso dovremmo andare con il battipanni a separare le persone o a misurare i centimetri dei tavolini? E’ questo il ruolo dei sindaci che devono ricostruire, insieme al popolo italiano il tessuto economico e sociale di questo paese?»
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E attacca il presidente del Consiglio Regionale Vincenzo De Luca, soprannominato da più parti ‘lo sceriffo’. «Io sono uno di quelli che pensa che se gli italiani hanno avuto un comportamento esemplare nella fase del lockdown non è perché qualcuno che ha minacciato il lanciafiamme ma perché sono persone responsabili, che hanno capito il pericolo che stava arrivando dalla Lombardia» e quindi «abbiamo lavorato sulla responsabilizzazione, non sulla colpevolizzazione, non è il cittadino il bersaglio. Ecco perché in questa fase 2 bisogna coniugare salvaguardia della salute e ripresa delle relazioni sociali, delle attività economiche, delle attività lavorative».
E arriva l’affondo di De Magistris: «Ma che senso ha adesso non consentire dopo le 22 di portare una birra fuori da un locale. I ragazzi che cosa fanno? Entrano dentro al locale. Quindi anche da un punto di vista sanitario, lo si può chiedere a qualsiasi virologo, è meglio stare all’aperto che stare dentro un locale. Quindi siamo in un evidente abuso di potere, un complessivo sovvertimento degli equilibri costituzionali che se il governo non è in grado di mettere a posto questi equilibri la coesione sociale del paese verrà meno nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi».
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