A nemmeno 24 ore dallo scampato pericolo, ecco che la maggioranza si ritrova nuovamente in piena fibrillazione. Stavolta a mettere in subbuglio la compagine di governo è il dl Scuola. Non proprio una nuova grana visto che il provvedimento galleggia in Commissione da settimane. Anzi in base al calendario approvato la scorsa settimana il decreto sarebbe dovuto approdare ieri nell’Aula del Senato, e tutto faceva presupporre che potesse essere approvato già nella giornata, casomai con il voto di fiducia.
Invece il provvedimento non è nemmeno uscito dalla Commissione, dove il balletto all’interno della maggioranza continua al punto che finora nemmeno un emendamento è stato approvato. Eppure ieri sembrava che una possibile via d’uscita fosse a portata di mano con un incontro prima con l’opposizione e dopo con un vertice di maggioranza alla presenza sia del presidente del Consiglio e sia del ministro Azzolina.
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Il dl Scuola in Aula la prossima settimana
Poi complice il prolungarsi del Consiglio dei ministri, ma anche una situazione politica nella maggioranza ancora febbricitante, si è preferito aggiornarsi ad oggi, puntando a portare il provvedimento in Aula la prossima settimana ed approvarlo. Infatti, il tempo stringe visto che il dl scade il 7 giugno ed è necessario ancora un passaggio alla Camera dei deputati. Quindi bisogna fare presto.
Ma i nodi che rallentano l’esame sono due: il ritorno in classe e il concorso per l’assunzione di nuovi insegnanti. Due temi scottanti, specie il secondo, sui quali la maggioranza sta stendando a trovare una sintesi.
Sul primo tema la questione è molto delicata e riguarda il ritorno alla normalità. E’ ormai chiaro che la campanella tornerà a squillare a settembre, tranne probabilmente per i centri estivi per i quali si prevede la riapertura per luglio con rigide norme anti Covid-19. Invece per il resto se ne parlerà a settembre, ma è chiaro che per consentire un ritorno ordinato e senza rischi in classe è necessario programmarlo da adesso ed a questo stanno lavorando i ministri Azzolina e Speranza. Inoltre, sono previsti un miliardo per la gestione del rientro a scuola a settembre e quasi altri 500 milioni per device, protezioni, esami, edilizia e quant’altro.
Come detto però è il concorso per l’assunzione di nuovi insegnanti il vero ostacolo che sta frenando il percorso del decreto legge. Sono soprattutto il Pd e Leu a storcere il naso a una misura che invece è fortemente sostenuta dal M5S e dallo stesso ministro Azzolina. In ballo c’è la questione dei precari, cioè di coloro che da tempo lavorano nell’ambito della scuola e per i quali l’assunzione è rimasta un miraggio.
E chiaramente il concorso rappresenterebbe l’ennesimo colpo alla schiena, tradimento di una categoria che troppo spesso viene blandita in occasione delle campagne elettorali. Per questo sia il Pd e Leu sono in grossa difficoltà nel dare il via libera a un decreto che organizzi un concorso per nuove assunzioni.
Sul piede di guerra ci sono i sindacati che naturalmente sono contrari al concorso, così come lo sono anche all’ipotesi di mediazione del ministro Azzolina e cioè di convocare il concorso per gli insegnanti della scuola secondaria, ma con l’inserimento di una clausola che faccia scattare l’assunzione a tempo determinato, secondo le graduatorie, nel caso in cui l’emergenza renda impossibile svolgere la prova. Proposta inaccettabile per i sindacati per i quali l’unica variabile è quella del concorso per titoli. Ma anche Pd e Leu non sembrano d’accordo a questa soluzione i quali temono di perdere il favore dei precari.
Scuola, Azzolina non intende rinunciare all’idea di celebrare il concorso
Ecco spiegato lo stallo in cui si trova il decreto a cui contribuisce, raccontano, la rigidità del ministro Azzolina poco disponibile a recedere dal suo obiettivo di celebrare il concorso per la scuola. Per questo il vertice con il coinvolgimento del premier Conte nel tentativo di individuare una soluzione che permetta di superare l’impasse, ma anche per evitare che in questa situazione possa inserirsi Renzi.
Non è un mistero che nei giorni scorsi si sia parlato proprio della possibilità di un’uscita di scena del ministro Azzolina per fare posto a un esponente di Italia Viva. E i renziani potrebbero prendere a pretesto proprio questo stallo per mettere nel mirino la ministra, che a differenza di Bonafede non godendo della stessa protezione e tutela potrebbe essere costretta a passare la mano. Quindi urge per il Pd e il M5S trovare un accordo.
A sua volta l’opposizione osserva il consumarsi delle liti nella maggioranza e denuncia il rischio che a pagarne le spese siano proprio studenti e operatori scolastici. Antonio Iannone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Istruzione spiega come «neanche questa settimana in Commissione al Senato abbiamo votato gli emendamenti al decreto Scuola. La ministra Azzolina e la sua rissosa maggioranza stanno mettendo a grave rischio la tenuta dell’intero mondo della scuola italiana. Fratelli d’Italia rimarrà vigile anche in queste ore pronta la settimana prossima a dare battaglia in Aula se il governo non ascolterà le nostre proposte che sono certamente figlie di una visione politica della scuola ma anche proposte di buon senso».
Vedremo se oggi la riunione della maggioranza riuscirà a sciogliere i nodi, perché altrimenti il rischio che il decreto possa decadere potrebbe farsi sempre più concreto.
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