Stando alle stime provvisorie sul complesso del settore Agricoltura a livello territoriale dell’Istat evidenziano, per il 2019, un calo del volume della produzione in tutte le aree del Paese tranne che nel Sud, dove si è registrato un incremento del 2,3%. Il Nord-est ha subito il calo più consistente (-3,1%), seguito dal Centro (-1%), dalle Isole (-0,9%) e dal Nord-ovest (-0,5%).
In termini di valore aggiunto tali performance risultano ancora più amplificate. In generale è chiaro ed evidente che l’andamento di alcuni prodotti di rilievo (vino, olio d’oliva, frutta e ortaggi), tipici di alcuni contesti territoriali ben definiti, condizioni e determini il risultato economico delle varie ripartizioni.
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Agricoltura, bene Calabria e Campania
Le regioni che hanno avuto risultati positivi sia in termini di volume della produzione che di valore aggiunto sono state la Calabria (+10,6% e +17% rispettivamente), la Campania (+2,8% e +6,5%), l’Umbria (+2,5% e +4,3%) e la Liguria (+1,6% e +1,5%). Positivo l’andamento del solo valore aggiunto in Puglia (+1,7%) e Abruzzo (+1,3%).
Tra i risultati maggiormente negativi per produzione e valore aggiunto, invece, spiccano la provincia autonoma di Trento (-4,3% e -6,1% rispettivamente), il Veneto (-3,7% e -7,9%), l’Emilia Romagna (-3% e -6,7%), le Marche (-2,2% e -5,7%), la Toscana (-2% e -3,2%), il Friuli-Venezia Giulia (-1,9% e -3,9%) e la provincia autonoma di Bolzano (-1,8% e -3,2%).
Per la Calabria la performance positiva è stata determinata soprattutto dai prodotti dell’olivicoltura, dagli agrumi e dagli ortaggi. Anche per la Campania sul buon risultato regionale hanno inciso i prodotti dell’olivicoltura e gli ortaggi oltre che la frutta.
In Umbria l’andamento positivo è stato trainato soprattutto dai legumi secchi, dal tabacco e dai cereali mentre per la Liguria il risultato positivo si è avuto grazie ai prodotti dell’olivicoltura, ad ortaggi e coltivazioni floricole. Per la Puglia sono andati bene, in particolare, i prodotti dell’olivicoltura, gli agrumi e i cereali, per l’Abruzzo gli ortaggi, le coltivazioni industriali e i cereali.
I prezzi dell’output, (prodotti acquistati e venduti dagli agricoltore) misurati dal deflatore della produzione, sono cresciuti quasi ovunque, soprattutto in Liguria (+4,9%), Abruzzo (+3%), Marche (+2,9%), Puglia (+2,1%) e Toscana (+2%) mentre le uniche diminuzioni hanno interessato la provincia autonoma di Bolzano (-3,7%), quella di Trento (-2,5%), il Friuli-Venezia Giulia (-0,2%) e il Piemonte (-0,1%).