Forte accelerazione sugli investimenti, abbattimento dei vincoli burocratici e cercare di mettere insieme le richieste del mondo del lavoro e delle imprese. E’ questa la road map che in queste ore sta seguendo il governo nella difficile di tessitura del decreto Maggio, quello che in realtà doveva essere varato ad aprile e che poi divergenze sempre più forti all’interno della maggioranza hanno fatto slittare.
Il tutto in un clima difficile per il governo stretto, da un lato, dallo scontro Bonafede–Di Matteo e, dall’altro, da Confindustria che ormai sembra aver perso la pazienza chiedendo misure immediate ed effettive per evitare il fallimento dell’intero sistema imprenditoriale italiano.
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Senza dimenticare i segni di logoramento della maggioranza sempre più evidenti: il M5S è ormai dilaniato tra puristi e governisti su cui la vicenda Di Matteo è servita soltanto ad approfondire il solco tra le due parti; il Pd che giorno dopo giorno sta sempre di più riflettendo sull’opportunità di continuare a sostenere un governo che non sembra capace di gestire la ripresa economica; Italia Viva che da giorni ha ripreso a cannoneggiare sul quartier generale nel disperato tentativo di invertire la tendenza dei magri sondaggi, nella convinzione che l’unico modo per evitare la morte politica è quello di non stare fermi.
In questo quadro, già di per sé delicato, si è abbattuta ieri anche la sentenza della Corte di Giustizia tedesca che ha dato tre mesi di tempo alla Bce per spiegare se il suo ‘bazooka’ rispetta i principi fondamentali della Repubblica Federale. Una mezza bocciatura del Quantitative easing introdotto da Mario Draghi per allentare le tensioni speculative sui mercati dei Paesi in difficoltà attraverso l’acquisto di titoli di stato, e che potrebbe aprire le porte ad un collasso dell’intero sistema euro. Una sentenza che suona anche come l’ennesima concessione ai sovranisti antieuro che da sempre dipingono l’Ue come asservita agli interessi della Germania e della sua economia.
Il decreto Maggio ultima spiaggia per il Governo italiano
Tre mesi di tempo che però Conte non sembra avere davanti a sè, visto che ormai sono in tanti a chiedere misure che subito diano effetti. E se finora né il Cura Italia né il Liquidità imprese sembrano aver prodotto effetti, l’ultima spiaggia è il decreto Maggio su cui saranno concentrati tutti i 55 miliardi di extra deficit recentemente autorizzato dal Parlamento.
E’ qui che troveranno posto le risposte alle richieste di aiuto che provengono sia dal mondo del lavoro che delle imprese. E non a caso ieri sera e questa mattina Conte a Palazzo Chigi ha avviato confronti con i sindacati e le imprese per trovare una quadra sulle misure da inserire nel decreto Maggio.
Il nuovo decreto avrà come pilastro la protezione del lavoro, con rinnovo della Cig che sarà anche semplificata per accelerare gli accrediti in busta paga, cassa in deroga per altre 9 settimane (per 14 miliardi), rinnovo del bonus per gli autonomi (che per il mese di maggio salirà per i più danneggiati a 1000 euro) e nuovi sostegni a diverse categorie, a partire da colf e badanti. Previsto anche il congelamento dei licenziamenti per altri 3 mesi e la proroga della Naspi per altri due, il tutto per evitare la strage di posti di lavoro. Infine, c’è l’ipotesi di ridurre l’orario di lavoro, per consentire a tutti di lavorare.
Nel decreto Maggio sostegno alla medicina e agli ospedali Covid
Fin qui le misure sul lavoro ma si prevedono altri interventi come il sostegno alla medicina territoriale e agli ospedali Covid, con oltre 3 miliardi, e soprattutto la maggioranza avrebbe raggiunto finalmente un’intesa sul reddito di emergenza come misura di due-tre mensilità. Una via di mezzo tra l’una tantum sostenuto da Confindustria e Pd e il M5S che avrebbe voluto replicare il modello del reddito di cittadinanza attraverso una misura strutturale.
Per il varo del provvedimento probabilmente si dovrà attendere il fine settimana visto che la data un tempo prevista per il varo del dl, il 6 maggio cioè oggi, appare al momento impossibile. E questo anche perché l’8 è fissata la presentazione, sempre se ci sarà, della proposta della Commissione europea sul Recovery Fund. Qualora da Bruxelles arrivasse una fumata bianca il governo potrebbe contare su ulteriori risorse e quindi immaginare nuovi possibili interventi. Ecco perché è probabile che il Consiglio dei ministri decisivo sarà a fine settimana.
Inoltre Conte, non pago degli annunci di questi mesi, in serata con i sindacati ha assicurato che il governo sta lavorando «parallelamente a un provvedimento che sarà completamente dedicato alla sburocratizzazione, con norme di semplificazione per accelerare gli investimenti per il rilancio del Paese»; e sulle «procedure per favorire le ristrutturazioni degli edifici scolastici e su protocolli per i centri estivi».
Invece, si va verso il via libera alla regolarizzazione di 600mila migranti da destinare al lavoro nei campi, per impedire che la filiera si blocchi definitivamente e i prodotti non arrivino sugli scaffali dei supermercati. Una misura sostenuta dalla ministra Bellanova e che trova favorevole il Pd. Più sfumata la posizione del M5S che va dalla contrarietà all’essere favorevole. Chi invece annuncia barricate è Fratelli d’Italia che con Giorgia Meloni spiega: «Sarebbe una totale e assoluta follia coperta da parte del governo con la scusa di voler aiutare il mondo agricolo, quando il governo italiano ha bocciato tutte le proposte che abbiamo fatto per aiutare un mondo al quale c’è una difficoltà e ci hanno detto no».
L’ipotesi è che questa misura sia inserita direttamente nel decreto Maggio o al massimo in un successivo decreto ad hoc, ma tutto dipenderà se all’interno della maggioranza si riuscirà a trovare un compromesso in tempo utile per il Consiglio dei ministri di fine settimana.
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