«Prima il governo spalanca le porte del carcere per i boss mafiosi, poi tenta di riparare al danno con la burocrazia, introducendo con un nuovo decreto un contorto meccanismo di scambi di pareri tra magistrati prima di decidere l’eventuale concessione dei domiciliari. Un modo come un altro per non assumersi la responsabilità dei propri errori, e non dire chiaramente che i capimafia reclusi al 41bis non possono tornare a casa con il pretesto del coronavirus» ha dichiarato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
«Con i nostri parlamentari abbiamo denunciato da subito le responsabilità del direttore del Dap Basentini, che ha avuto l’onestà di dimettersi, e quelle del ministro Bonafede che, molto meno dignitosamente, ha saputo soltanto scaricare le colpe sui magistrati. Il governo avrebbe potuto bloccare le scarcerazioni semplicemente cancellando l’articolo 123 del ‘Cura Italia’, che, come effetto indiretto, ha portato a un sostanziale indulto di cui hanno beneficiato alcuni tra i più pericolosi capimafia» ha concluso. Al posto di Francesco Basentini sarà nominato il procuratore generale di Reggio Calabria Dino Petralia.
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