Coronavirus, Colangelo (Confarca): «A rischio 30mila posti di lavoro, prove teoriche nelle scuole guida»

di Redazione

Rischiano ormai la chiusura le settemila autoscuole italiane che da circa due mesi sono ferme a causa del Coronavirus e che continuano a pagare gli affitti dei locali delle loro sedi e le utenze «senza percepire nemmeno un centesimo». È la denuncia di Paolo Colangelo, presidente della Confarca (Confederazione che rappresenta le scuole guida e gli studi di consulenza italiani), che lancia un appello alla «ripresa immediata delle attività» attraverso la modalità degli esami teorici presso le sedi delle autoscuole.

Una proposta che è già stata inoltrata al Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, per salvaguardare le 30mila persone che lavorano nel settore e che rischiano il licenziamento, ma che allo stato attuale è rimasta lettera morta. «La situazione è ormai al collasso – afferma Colangelo – non possiamo più attendere. La proposta della Confarca, da inserire nelle misure anti-contagio, è un’indicazione preventiva nel pieno rispetto del distanziamento sociale, da attuare per tutte le attività a contatto con il pubblico, che eliminerebbe la problematica relativa agli spostamenti dalle sedi delle autoscuole verso le sedi provinciali delle Motorizzazioni civili, ed eventuali assembramenti e contagi dal virus Sars-Cov-2».

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Colangelo ricorda che tale modalità è stata svolta per più di quarant’anni e che la Confarca fu una delle prime sostenitrici del passaggio agli esami in Motorizzazione. «Uno scenario che però bisogna assolutamente rivedere in questo momento dove tantissime regole sono state rivisitate», fa notare il presidente della Confarca: «Attualmente, gli spostamenti dei ragazzi dalle autoscuole verso le motorizzazioni avviene attraverso gli operatori professionali, che organizzano anche il trasporto degli allievi in auto, dovendo percorrere, in alcune realtà, anche 80 chilometri».

Con la predisposizione delle prove cartacee presso le sedi delle scuole guida, aggiunge Colangelo, «eviteremmo lo spostamento di massa delle persone interessate allo svolgimento della prova teorica per il conseguimento della patente e, al tempo stesso, saremmo in grado di assicurare gli stessi in tutta sicurezza, senza alcuna ressa o assembramento e nel pieno rispetto delle misure previste».

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Il timore, per i titolari delle autoscuole, è che possano verificarsi le stesse problematiche già denunciate nei primi giorni di marzo e a nastro operativo ridotto, a ridosso dell’entrata in vigore del DCPM dell’11 marzo scorso: «Abbiamo documentato con delle fotografie le resse davanti all’entrata ed all’interno di alcuni uffici della Motorizzazione – rimarca Colangelo – per rendere ancora più eloquente quale potrebbe essere lo scenario con la riapertura degli esami teorici presso le sedi provinciali».

«Alla motorizzazione di Roma, ad esempio, ci sono mediamente una settantina di candidati a turno: anche se si riducessero alla metà i candidati, ci sarebbe comunque il rischio di assembramento davanti all’entrata degli uffici all’atto del cambio turno, considerando anche la presenza degli accompagnatori. Ecco perché continuiamo a ribadire con forza che è necessario prendere in considerazione la misura degli esami nelle sedi degli operatori professionali, ma bisogna intervenire al più presto prima che sia troppo tardi» conclude.

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