La nottata non è passata ancora
La nottata non è passata. Anzi in Europa è davvero notte fonda. Non sono bastate 16 ore di riunione per trovare un accordo comune sugli strumenti che dovrebbero consentire di fronteggiare la grave crisi economica che si è aperta con il diffondersi dell’epidemia Covid-19. Gli schieramenti, fronte dei Paesi del Nord e quelli del Sud, sono rimasti fermi sulle loro posizioni che non hanno consentito che si giungesse ad un’intesa. E i mercati ieri ne avevano risentito subito con le Borse in caduta e lo spread in Italia schizzato oltre i 200 punti base, poi rientrato. Una ragione in più per cercare un’intesa finale, anche se rabbecciata.
Indice Articolo
- L’Olanda continua a puntare sul MES con condizionalità
- La Francia punta il dito contro la rigidità olandese
- Forte irritazione della Germania che cerca un’intesa
- Conte rilancia gli eurobond e avverte: senza l’Italia potrebbe ricorrere a proprie risorse
- M5S plaude alla durezza di Conte, ma si teme Salvini in agguato
- Meloni: Conte non firmi il Mes. No al tradimento del popolo italiano
- Possibile slittamento al Consiglio europeo del 16 aprile. Oggi voto di fiducia al Senato
L’Olanda continua a puntare sul MES con condizionalità
Ma la strada è in salita. Ferma l’opposizione olandese a ricorrere a strumenti di debito comune, così come ad un MES senza condizioni. Anzi il ministro olandese delle finanze, Wopke Hoekstra, ha spiegato che «il Mes è prestatore di ultima istanza e secondo noi l’uso di questo fondo deve avvenire con una forma di condizioni. A causa della crisi attuale, dobbiamo fare un’eccezione e il Mes può essere usato senza condizioni per coprire i costi medici»; e continuando «per un sostegno economico di lungo termine, credo sia sensato combinare l’uso del Mes con alcune condizioni economiche».
La Francia punta il dito contro la rigidità olandese
Nessuna apertura, quindi, al punto però che dall’Eliseo hanno iniziato a prendere le distanze chiarendo che l’accordo in seno all’Eurogruppo sullo strumento da adottare per far fronte alla crisi del coronavirus «è bloccato dalla sola Olanda». Anzi secondo fonti dell’Eliseo, questa posizione olandese è «controproducente, incomprensibile e non può durare». Il blocco olandese è centrato sull’idea di «non togliere tutte le condizioni» per l’accesso al Mes.
«Per noi e la maggior parte degli alleati, la sola condizione – hanno spiegato le fonti dell’Eliseo – è che i fondi vengano spesi per far fronte alla crisi». Per l’Olanda, continuano le fonti, «ci devono essere altre condizioni», anche di tipo «macroeconomico», «riguardanti ad esempio le riforme e il ritorno all’equilibrio finanziario». Le condizioni olandesi «vanno al di là della gestione della crisi – aggiungono le fonti della presidenza francese – mentre noi vogliamo attenerci a questo. E’ il punto essenziale del blocco».
Forte irritazione della Germania che cerca un’intesa
Ma è anche la Germania a mostrare difficoltà nel sostenere la posizione olandese che ora dopo ora appare sempre più isolata. Una rigidità che da parte tedesca sarebbe vista con una certa irritazione tanto da spingere la stessa Germania a fare pressioni sui colleghi olandesi per convergere sulla proposta francese di un ‘Fondo per la ripresa’. Un fondo che però è soltanto a parole visto che rimane l’incertezza su come alimentarlo. Per i Paese del Sud Europa titoli comuni, mentre la Germania vorrebbe fare affidamento su risorse comuni già esistenti come il bilancio Ue. Una formula, quella del ‘Recovery Fund’, che diventerebbe più accettabile da tutti anche se, come visto, non c’è chiarezza sui dettagli di come alimentarlo.
Conte rilancia gli eurobond e avverte: senza l’Italia potrebbe ricorrere a proprie risorse
E l’Italia? In serata c’è stato un vertice tra Conte e i ministri Gualtieri e Di Maio. All’inizio era circolata la voce che il tema della riunione fosse proprio l’Eurogruppo, ma poco dopo una nota del Mef ha smentito, parlando di una «semplice riunione lavoro sui temi dell’agenda di Governo».
Difficile credere che la discussione non sia scivolata verso l’Eurogruppo, anche perché il premier sempre in serata era intervenuto duramente in un’intervista alla Bild, chiarendo che «se l’Europa non si darà strumenti finanziari all’altezza della sfida, come gli Eurobond, l’Italia sarà costretta a far fronte all’emergenza e alla ripartenza con le proprie risorse. Ma le risposte nazionali rischiano di essere meno efficaci rispetto ad un’azione coordinata europea e possono mettere a repentaglio il sogno europeo». Parole chiare che vogliono dire: «Abbiamo bisogno degli eurobond per non far perdere competitività a tutta l’Europa, servono strumenti finanziari nuovi per fronteggiare questa crisi».
M5S plaude alla durezza di Conte, ma si teme Salvini in agguato
Dichiarazioni che sono musica per le orecchie del M5S che plaude alla durezza di Conte. Anche se in molti ritengono che la posizione dei Cinquestelle sia frutto più della paura di esporsi agli attacchi di Salvini, qualora il governo accettasse il MES, che di un’effettiva convinzione. Leader della Lega che questa sera sarà ospite di Bruno Vespa a ‘Porta a Porta’ e chissà che non colga l’occasione proprio di questa giornata, che dovrebbe essere decisiva per l’Eurogruppo, per lanciare nuove frecciate all’Esecutivo e agli ex alleati di governo.
Meloni: Conte non firmi il Mes. No al tradimento del popolo italiano
All’attacco anche Giorgia Meloni che twitta: «Stallo nell’Eurogruppo, bloccato dall’egoismo di Germania e Olanda. La posizione di Fratelli d’Italia è chiarissima: il governo Conte non accetti in nessun modo il Mes. Firmare il fondo ammazza Stati significherebbe tradire il popolo italiano e ipotecare il nostro futuro».
Possibile slittamento al Consiglio europeo del 16 aprile. Oggi voto di fiducia al Senato
Vedremo se oggi l’Eurogruppo riuscirà a chiudere un’intesa oppure, come molti pensavo, sarà tutto rimandato al Consiglio europeo del 16 aprile. Intanto in Italia oggi il governo incasserà la fiducia sul decreto ‘Cura Italia’, che passerà alla Camera. Il tutto in attesa di capire dove sarà incardinato il decreto liquidità imprese, che a tardissima notte Mattarella ha firmato.
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