Sono più di 16.500 i morti in Italia nella crisi Coronavirus. Secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile, nelle ultime 24 ore ci sono state altre 636 vittime (111 in più rispetto ai 525 di ieri, il numero più basso dal 19 marzo), per un totale di 16.523 decessi dall’inizio dell’emergenza. I guariti sono 22.837 (+1022). I casi attualmente positivi sono 93.187 (+1941). Le persone in isolamento domiciliare sono 60.313. I pazienti ricoverati sono 28976, appena 27 in più rispetto a ieri.
Coronavirus, calano le persone ricoverate in terapia intensiva
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Ma tra le notizie positive del giorno vi è ancora quella relativa alla terapia intensiva dove si trovano 3.898 persone, 79 in meno di ieri. Il calo è arrivato al terzo giorno consecutivo. In tutto sono stati eseguiti 721.732 tamponi. I casi totali di Coronavirus dall’inizio dell’emergenza sono 132547. «Siamo arrivati a oltre 107 milioni di euro di donazioni sul conto della protezione civile. Rispetto a ieri abbiamo speso sei milioni in più e finora in totale sono stati impiegati oltre 19 milioni di euro per l’acquisto di dpi e ventilatori», ha detto il capo dipartimento Angelo Borrelli completando la lettura dei dati.
«Il comitato tecnico-scientifico sta facendo le sue valutazioni, poi toccherà al decisore politico, al Consiglio dei ministri, decidere poi la data e le modalità con cui si esplicherà la fase 2», dice Borrelli. «E’ evidente che la decisione sarà presa quando ci sarà anche un quadro definito da un punto di vista tecnico-scientifico. Io non faccio parte del comitato che, credo, darà per tempo le indicazioni al presidente del Consiglio. Non penso che si arriverà all’ultimo momento», aggiunge facendo riferimento alla data del 13 aprile, fino a quando sono state prorogate le misure.
Richeldi: «Trend confortante da qualche giorno»
«I dati confermano sostanzialmente il trend confortante che vediamo da qualche giorno, per efficace misure di contenimento» ha Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico. «I dati che vediamo sono meno allarmanti e l’andamento che vediamo – ha detto Richeli – ci deve essere di conforto, ma non ci deve far ridurre il livello di allarme» poiché anche oggi si segnalano duemila malati in più e 600 morti.