Troppa ansia e la Rai mette in ‘quarantena’ il Coronavirus. Più spazio alle ‘canzonette’

di Dario Caselli

Era ora. La Rai ha finalmente deciso di rivedere la sua programmazione, riducendo lo spazio dedicato al Coronavirus bilanciandolo con più fiction e con una maggiore offerta di programmi di intrattenimento. Insomma, con più leggerezza e spensieratezza. A darne notizia è un articolo de Il Fatto Quotidiano che riporta le parole dell’amministratore delegato Fabrizio Salini di lunedì scorso nel corso di una riunione con i direttori di rete e di testata.

Quindi in Rai si cambia. Dopo un mese di ‘Tutto il Coronavirus minuto per minuto’, l’Azienda di viale Mazzini ha deciso di virare verso un profilo più moderato e meno ossessivo o, come avrebbe ammesso lo stesso Salini, meno angosciato perché «stiamo generando troppa ansia nella gente e rischiamo un corto circuito informativo». Per Salini del Covid-19 «se ne devono occupare i tg e le trasmissioni preposte, per il resto cerchiamo di alleggerire la tensione».

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Viene da dire: bene! In effetti, il nostro giornale lo aveva suggerito già qualche settimana fa che sarebbe stato opportuno allentare la pressione e cercare di trovare un giusto equilibrio nel raccontare il dramma Coronavirus. Per carità, la Rai non poteva non dare rilevanza a quello che stava accadendo, al peggior evento dalla Seconda Guerra Mondiale ma ci era parso che le modalità con cui viale Mazzini avesse deciso di seguire la tragedia fossero eccessive.

La nostra società sembra essere sempre più attirata dal dramma (vedi Coronavirus)

E’ vero, in un certo qual modo la nostra società è sempre più attirata dai dramma, dalle storie che tengono con il fiato sospeso, dalle vicende spettacolari e che fanno aumentare l’adrenalina. Una sorta quasi di soddisfazione, ai limiti del sadismo, e compiacimento nel tuffarsi in immagini di tragedie e sconvolgimenti. Basti guardare allo spazio che nei cinema viene dedicato a questa tipologia di film e la partecipazione degli spettatori. Ma altra cosa è la vita reale, soprattutto quando ci sono milioni di italiani che sono reclusi in casa. Forse un po’ di leggerezza sarebbe servita.

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Peraltro, durante la Seconda Guerra Mondiale la radio, allora l’unico strumento mediatico a disposizione, dava continuamente trasmissioni leggere tra cui le famose ‘canzonette’. Chi non ricorda il motivetto ‘maramao perché sei morto?’ Ebbene proprio in quel periodo furoreggiava in Radio. E ancora prima nel corso della Prima Guerra Mondiale l’avvicendamento al comando tra Cadorna e Diaz, a seguito della disfatta di Caporetto, portò proprio ad un aumento dello spazio di intrattenimento e divertimento per i soldati al fronte. Dagli spettacoli, fino al fiorire di riviste satiriche al fronte.

Ecco perché ci era parsa fin dall’inizio esagerato lo spiegamento mediatico attuato dalla Rai, che aveva addirittura centralizzato in capo a Rainews la gestione delle edizioni minori del Tg di Rai1, 2 e 3. Forse sarebbe stato più opportuno, ma questo consiglio non riguardava soltanto la tv ma anche i giornali e il web, che anche l’informazione avesse deciso di mettere in quarantena il sensazionalismo, la ricerca del titolo strappa lettori o click/like. E preferire, invece, un modo più gentile e garbato ma sempre rispettoso di quel diritto di cronaca e dovere di informazione che è obbligo di ogni giornalista.

Finalmente qualcuno se ne è accorto in Rai e ha deciso di invertire la rotta. Bene, era quello che pensavamo da tempo anche se, francamente, c’è voluto un mese per rendersene conto. Ma come si dice, meglio tardi che mai.

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