Il panico creato dal sito internet Inps, che ieri è andato in tilt, continua a generare discussioni dopo oltre 24 ore. Sulla questione è intervenuto anche il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir. «Se come sembra – ha detto il senatore – il blocco della piattaforma digitale dell’Inps non sia dovuto ad un attacco hacker ma solo ad una macroscopica inefficienza, credo che qualcuno debba spiegare perché abbia diffuso in modo improprio un allarme hacker di così tale ampiezza, coinvolgendo il Copasir e quindi il Dis, su un aspetto così sensibile e importante. È irresponsabile averlo fatto tanto più che gran parte degli esperti aveva subito escluso questa possibilità».
Inps, Urso: «Ancora più grave se fosse trattato di un tentativo per coprire inefficienze»
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«Sarebbe ancor più grave che questa fake news fosse stata deliberatamente alimentata solo quale paravento di una palese inefficienza del sistema e di chi avrebbe dovuto programmare il servizio a cui l’Inps era stato in tempo delegato. Chiunque l’abbia fatto dovrà stavolta assumersi le proprie gravi responsabilità», conclude il senatore Urso.
De Bertoldi: «Bonus 600 euro fallimento pesantissimo»
Nuovi interrogativi li lancia anche Andrea de Bertoldi (Fdi) segretario della Commissione Finanze e Tesoro. «Il contributo di 600 euro dato a lavoratori autonomi, titolari di Partita Iva e professionisti ordinistici si sta rivelando un fallimento pesantissimo». «Un fallimento che è sotto gli occhi di tutti – spiega il senatore de Bertoldi -. In primo luogo con la vicenda del sito dell’Inps che è letteralmente collassato, a conferma dell’inadeguatezza dei vertici che non hanno avuto nemmeno la dignità di rassegnare le dimissioni accampando invece scuse su scuse».
«Benefici anche a chi non ne ha bisogno»
«Ma quello che è più grave è che il governo non avendo posto alcun parametro per l’accesso ai 600 euro, tranne che per i professionisti iscritti a un Ordine, ha consentito l’accesso ai benefici anche chi non ne aveva alcun bisogno. Questo significa aver dilapidato soldi pubblici. Per questo presenterò un’interrogazione per sapere chi ha effettivamente ricevuto questi 600 euro e tra questi quanti hanno alte capacità reddituali e patrimoniali tali da renderli un inutile spreco».
«Piuttosto, il governo avrebbe dovuto destinare queste risorse verso le imprese, le quali hanno bisogno di linee di credito per pagare i dipendenti e i fornitori, per continuare a lavorare e produrre. Tutto il resto non è altro che uno sperpero di fondi pubblici, che proprio in questo momento l’Italia non si può permettere» conclude.
«Tridico riferisca in Commissione Lavoro alla Camera»
«Il presidente Inps Tridico venga a riferire in Commissione Lavoro alla Camera su quanto accaduto ieri alla piattaforma digitale Inps». Lo chiedono i deputati di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida e Walter Rizzetto. «Sarebbero state opportune le dimissioni di alcuni vertici Inps – afferma Lollobrigida. E’ da irresponsabili voler liquidare queste richieste di chiarimenti come una volontà delle opposizioni di voler fare polemica: sembra ormai la scusa di questi duri tempi per venire meno ai propri doveri»
«Ho presentato un’urgente richiesta di audizione del Presidente Tridico in Commissione Lavoro – aggiunge Walter Rizzetto. L’ente previdenziale che gestisce la quasi totalità delle posizioni pensionistiche e prestazioni sociali italiane, ha dimostrato tutta l’inaffidabilità del proprio sistema digitale violando i dati personali degli utenti del sito Inps e non consentendo di procedere alle migliaia di richieste per bonus e congedi. La gravità di quanto accaduto dimostra tutta la fragilità di un sistema che se non funziona danneggia i cittadini italiani e sminuire tali fatti è da incoscienti. Adesso – conclude Rizzetto – il Presidente Tridico venga a riferire in Commissione, spieghi quanto accaduto senza addossare la colpa agli hacker e prenda provvedimenti immediati».
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